Siria, Vaticano: «Rischio conflitto mondiale». Mosca: «Prove Usa non ci convincono»
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Siria, Vaticano: «Rischio conflitto mondiale». Mosca: «Prove Usa non ci convincono»

lunedì 2 settembre, 2013

ROMA, 2 SETTEMBRE 2013 - Le minacce di un imminente attacco militare degli Usa contro la Siria destano parecchie preoccupazioni in tutto il mondo, Vaticano incluso. Dopo l’appello lanciato ieri dal Pontefice durante l’Angelus, «è necessario promuovere il dialogo e il negoziato», oggi Papa Francesco è tornato sull’argomento scrivendo un tweet sul suo profilo: «Mai più la guerra! Mai più la guerra!».[MORE]

Un messaggio che non ha bisogno di commenti e che esprime lo stato d’animo che assedia il Santo Padre in questi giorni come anche dimostra la giornata di digiuno e preghiera indetta per il prossimo 7 settembre proprio per la pace in Siria.

E questa mattina la Santa Sede, attraverso le parole di monsignor Mario Toso, segretario del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, intervenuto alla Radio Vaticana, si è espressa ulteriormente sull’allarme Siria inviando un messaggio, più o meno esplicito, al presidente Obama: «la via di soluzione dei problemi della Siria – ha affermato mons. Toso – non può essere quella dell’intervento armato. La situazione di violenza non ne sarebbe diminuita. C’è anzi – ha spiegato il responsabile del dicastero vaticano – il rischio che deflagri e si estenda ad altri Paesi. Il conflitto in Siria contiene tutti gli ingredienti per esplodere in una guerra di dimensioni mondiali e, in ogni caso, - ha aggiunto – nessuno ne uscirebbe indenne da un conflitto o da un’esperienza di violenza. L’alternativa non può essere che quella della ragionevolezze, delle iniziative basate sul dialogo e sul negoziato».

Tuttavia l’appello rivolto dalla Santa Sede potrebbe rivelarsi inutile. L’annuncio del presidente Obama di aspettare il beneplacito del Congresso degli Stati Uniti, che si riunità il prossimo 9 settembre, prima di ogni attacco militare contro la Siria non sta di certo rallentando le strategie bellicose americane. Fonti del Pentagono, infatti, fanno sapere che la portaerei statunitense Nimitz si sta muovendo in direzione Mar Rosso, pronta ad un immediato ingresso nel Mediterraneo orientale qualora, sostiene sempre il Pentagono, “fosse necessario un suo intervento”.

Mosse militari che non possono che alimentare l’alta tensione che già corre lungo l’asse Mosca-Washington. Infatti, la volontà di intervenire militarmente in Siria da parte degli Stati Uniti è fortemente avversa alle posizioni espresse dalla Russia. Dal Cremlino, inoltre, attraverso il ministro degli Esteri, Serghei Lavrov, fanno sapere che le prove fornite dall’America in merito all’uso di armi chimiche da parte del regime di Assad sono più che dubbie: «quello che ci hanno mostrato in precedenza e più di recente i nostri partner americani, come pure quelli britannici e francesi, non ci convince assolutamente – afferma il ministro russo – .Ci hanno mostrato alcuni materiali che non contengono nulla di specifico e che non ci convincono».

Una posizione, quella della Russia, alla quale il ministro Lavrov fornisce delle spiegazioni: «non ci sono né mappe geografiche né nomi né alcuna prova che i campioni siano stati prelevati da professionisti e neppure – ha continuato a spiegare – contenevano alcun commento sul fatto che molti esperti hanno messo in forte dubbio i video che girano su internet».

(Immagine da notizie.tiscali.it)

Giovanni Maria Elia

 


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