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GELA – Paolo Scicolone, responsabile del movimento meridionalista Insorgenza Civile di Gela, ha annunciato un’ importante iniziativa: la distribuzione di migliaia di volantini con lo scopo di sensibilizzare l’Eni al rispetto dell’articolo 37 dello Statuto della Regione Sicilia.
Tale articolo disciplina le imposte che le aziende devono versare nelle casse regionali.[MORE]
Ma questa “protesta” non è rivolta solo al colosso petrolifero, ma anche alle centinaia di multinazionali che sfruttano il territorio siciliano ignorando totalmente il citato articolo.
Secondo Scicolone: “L’articolo 37 è chiaro: Le imprese industriali e commerciali, che hanno la sede centrale fuori del territorio della Regione, ma che in essa hanno stabilimenti e impianti, nell’accertamento dei redditi viene determinata la quota da attribuire agli stabilimenti e impianti medesimi. L’imposta compete alla Regione”.
L’Eni è presente nel territorio di Gela da decenni e la somma, con gli interessi, che avrebbe “evaso” sarebbe una boccata d’ossigeno per le casse della regione.
Il Movimento di Insorgenza Civile non è nuovo a queste iniziative di difesa del territorio, è stato presente in particolare in Campania per la difesa dei cittadini dallo scandalo delle discariche, ma soprattutto l’8 maggio scorso si è fatto portavoce di tutto il Meridione quando a Torino ha sfilato, insieme ad altre sigle meridionaliste, per far chiudere il museo dedicato a Lombroso, lo pseudo-scenziato che ha sezionato centinaia di corpi di meridionali uccisi durante la repressione piemontese nell’ ex Regno delle Due Sicilie, arrivando alla conclusione che chi è del Sud è “scientificamente portato a delinquere”.
L’obiettivo del movimento non è solo quello del rispetto delle regole da chiedere all’Eni, ma è anche la sensibilizzazione dell’opinione pubblica, che molto spesso, o quasi sempre, non difende e protegge la sua terra.
Lo slogan del movimento è molto chiaro: “se ti convincono che nulla può cambiare, nulla cambierà”.