Sicilia "amara" per gli insegnanti. Solo 587 entreranno di ruolo
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PALERMO, 22 AGOSTO 2013 - Saranno 2032 in meno in Italia le assunzioni degli insegnanti, in base a quanto previsto dal Ministero per l’anno scolastico 2013/2014. E in Sicilia solo 587 entreranno in ruolo.
L’Anief, associazione professionale e sindacale dei docenti, attacca il Ministero con l’accusa di avere promesso le nuove assunzioni in cambio del via libera ad un piano di tagli dell’anno scorso, e di non aver mantenuto le promesse. Anche la “questione siciliana” viene inserita nella vertenza nazionale.
Secondo i calcoli nell’isola verrebbero assunti la metà degli insegnanti dovuti in base al numero degli studenti. La scuola materna, che conta all’attivo 280 vincitori del concorso pubblico, vedrà immessi in ruolo solo 63 maestri. Alle elementari solo in 32 avranno la cattedra a fronte dei 202 vincitori di concorso. Mentre 216 cattedre sono state assegnate alla scuola media e 198 ai licei. Solo 76 gli insegnanti di sostegno che avranno la tanto ambita cattedra nell’isola.
L’Anief annuncia, dunque, ricorso alla Corte di Giustizia europea. Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir ha dichiarato: “Speravamo di non doverci stupire più di nulla ma stavolta il “teatrino” messo su dal ministero dell’Istruzione ha dell’incredibile: prima mette i posti a concorso, poi realizza delle lunghe e dure selezioni, ma alla fine premia solo una parte dei vincitori perché nel frattempo i posti non ci sono più. È un’ingiustizia, perché i posti vacanti solo per i docenti sono almeno 50mila e ogni anno vengono assegnate 100mila supplenze annuali. Vorrà dire che anche il superamento di questa situazione kafkiana, di un paese che bandisce un concorso pubblico lasciando i vincitori per strada, passerà per la decisione della Corte di Giustizia europea, che dovrà decidere sulla compatibilità delle deroghe adottate in Italia con la direttiva comunitaria sulle assunzioni del personale precario”.
(Foto dal sito dipendentistatali.org)
Katia Portovenero[MORE]