Sea Handling, dal referendum no dei lavoratori. Senza accordo via alle lettere di licenziamento
Cronaca Lombardia

Sea Handling, dal referendum no dei lavoratori. Senza accordo via alle lettere di licenziamento

domenica 15 giugno, 2014

MILANO, 15 GIUGNO 2014 - Sembra essere senza fine la vicenda Sea Handling. La società che gestisce gli aeroporti di Linate e Malpensa, come oramai noto, il prossimo 30 giugno chiuderà i battenti per essere sostituita, già a partire dal 1 luglio, dall’Airport Handling. Società, quest’ultima, costituitasi nello scorso settembre e che nelle previsioni iniziali avrebbe dovuto riassorbire “in toto”, o quasi, i lavoratori licenziati dalla stessa Sea.

In tal senso, lo scorso 4 giugno era stato sottoscritto l’accordo tra le varie rappresentanze sindacali (FIlt-Cgil, Fit-Cisl, Uil-Trasporti, Ugl-Trasporti, Flai-Ts e Usb) e Sea. L’intesa raggiunta stabiliva la riassunzione da parte di Airport Handling di 1.700 lavoratori. Dei 2.200 attuali, esclusi i 280 che volontariamente rifiutavano il nuovo impiego preferendo 4 anni di stipendio come incentivo, gli altri 200 sarebbero stati reintegrati come guardie ai varchi negli scali. Il contratto fissava, tuttavia, un taglio del salario di circa il 7% (contro il 20% previsto inizialmente dall’azienda) e cancellava il premio fisso semestrale previsto dagli accordi aziendali trasformandolo in un premio di risultato.

Ma tant’è. Tutto ciò non ha convinto i lavoratori Sea Handling che chiamati ad esprimere, mediante referendum, la propria opinione, venerdì scorso hanno detto no a tale nuova proposta contrattuale. La vittoria dei no, ovvero della fazione contraria all’accordo, palesa un buon margine. La percentuale dei “no” ha raggiunto, infatti, il 58%. Decisivo è stato il voto dei lavoratori di Malpensa, dove il 62%, 754 dipendenti, si è opposto all’accordo siglato. A differenza di Linate dove la nuova proposta contrattuale era stata accettata dal 54%, nella fattispecie 223 dipendenti.

Premessa l’imprescindibile importanza che in questi casi assume la possibilità da parte dei lavoratori di esprime la propria libertà, adesso ogni epilogo sembra essere nebuloso.

«Ora – afferma il segretario generale di Cgil Camera del Lavoro di Milano, Graziano Gorla – senza un accordo che tuteli il passaggio alla nuova società, i lavoratori sono più deboli». Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente di Sea, Pietro Modiano, che nel dirsi «deluso e preoccupato» ha sottolineato come, dopo il no emerso dal referendum, «non abbiamo più interlocutori visto che tutte le organizzazioni sindacali avevano sottoscritto gli accordi. Rimettere a posto i cocci sarà davvero difficile e a questo punto saremo costretti a farlo in modo unilaterale. Ci assumeremo la responsabilità delle nostre scelte».[MORE]

Detto in altri termini, il passaggio da Sea Handling a Airport Handling andrà avanti, e se le cose dovessero restare invariate il prossimo passo sarà l’invio delle lettere di licenziamento a tutti i lavoratori senza sapere quanti saranno reintegrati o meno.

(Immagine da ilgiorno.it)

Giovanni Maria Elia

 


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