Scomparsa di Marina Arduini, intervista al nipote: «Aiutateci. Verità e giustizia sono diritti»
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ROMA, 28 MARZO 2013 - Marina Arduini è scomparsa da Frosinone nel 2007. Era proprietaria per il 50% di uno studio commercialista e, la mattina del 19 Febbraio, ha avvisato l'ufficio che sarebbe arrivata in ritardo. La donna, trentanovenne all'epoca dei fatti, prima di andare a lavorare doveva passare in Questura per sporgere denuncia: qualcuno si era introdotto nello studio mettendo tutto a soqquadro, ma senza sottrarre nulla, destando sospetto.
Marina non arrivò mai dalle autorità ed il suo cellulare agganciò prima una cella nei pressi di Frosinone, poi nel pomeriggio, venne localizzato prima a Formia e poi a Salerno. Un testimone che conosceva la donna ha affermato di averla vista alla stazione di Roma Termini, ma la descrizione dell'abbigliamento non coincide. Qualche giorno dopo la scomparsa, un rappresentante dello studio commercialista si è presentato a casa dei familiari della donna chiedendo se avessero ritrovato l'hard disk del computer di Marina e se fossero in possesso di cd-rom e documenti d'ufficio. Inoltre, la scivania dello studio della donna venne pulita minuziosamente, quasi a voler nascondere il suo passaggio.
E' anche emerso che era stato richiesto un finanziamento a nome di Marina, a favore di un negozio appartenente ad un amico dell'ex compagno della donna. Quest'ultima, però, ne era ignara e le firme sui documenti della richiesta risultarono essere false. A due anni dalla sua scomparsa venne ritrovata l'automobile di Marina, a Roma, che non fu mai esaminata. A darne segnalazione è stata una telefonata anonima. Le indagini vennero chiuse, ma nel 2012 qualcuno si è introdotto nell'abitazione dei genitori di Marina, probabilmente in cerca dell'hard disk, ed il giorno seguente arrivò una telefonata anonima: «Vi ammazziamo tutti» , ha detto lo sconosciuto. Si è trattato di un avvertimento lanciato dopo l'intervento dei familiari al programma "Chi l'ha visto?" ed a seguito della minaccia, le indagini sono state riaperte.[MORE]
L'INTERVISTA
Infooggi ha intervistato Manuel, il nipote di Marina, che chiede verità e giustizia per sua zia. Insieme, abbiamo approfondito gli elementi chiave sulla scomparsa della donna.
Marina è scomparsa il 19 Febbraio 2007: si stava recando in questura per sporgere denuncia, qualcuno si era introdotto nel suo ufficio da commercialista, ma non arrivò mai dalle autorità. Il suo cellulare agganciò una cella a Frosinone, poi, nel pomeriggio, a Formia e Salerno. Conosceva qualcuno da quelle parti? E' possibile che si sia allontanata volontariamente fino a Salerno?
«No, Marina non conosceva nessuno a Salerno e dintorni, il cellulare verso le 9.20 circa ha agganciato la cella telefonica di un paese a circa 10 chlometri da Frosinone, quella mattina è uscita prima del solito, reputo impossibile il suo viaggio perché non esistono prove del fatto che fosse lei con il suo cellulare ad intraprendere quel viaggio, in quanto a Termini una persona vicina all'ufficio di cui deteneva il 50% afferma di averla vista alla stazione, ma non coincide la descrizione dell'abbigliamento, è stato detto che aveva addosso un piumino bianco, ma l'unico che aveva si trova attualmente nel suo armadio. La cosa più insolita è che odiava i treni...».
L'automobile di Marina viene ritrovata a seguito di una telefonata anonima avvenuta a due anni di distanza. Sono emerse delle tacce dal veicolo? Potrebbe essere stata lei a parcheggiarla in Piazza Sruleno Celio Sabino a Roma?
«L'auto è stata fatta rinvenire esattamente nel secondo anniversario della scomparsa, da una chiamata anonima alla caserma dei Carabinieri di cinecittà. Marina non sarebbe mai andata a Roma con la sua auto, in quanto la considerava vecchia e poco affìdabile; Ad avvalorare questa tesi posso dire che dieci giorni prima della scomparsa, invece di accompagnare mio nonno, nonché suo padre, ad una visita di controllo nella medesima città con la sua auto, si è fatta accompagnare da mio padre. L'auto non è stata mai controllata».
Emergono delle firme false a suo nome per ottenere un finanziamento, che lei non ha mai richiesto, per forniture di un negozio appartenente ad un amico dell'uomo con cui Marina aveva avuto una relazione. Come è stato spiegato il fatto dal titolare dell'esercizio commerciale?
«Non abbiamo notizie al riguardo, le indagini sono in corso».
Dopo la scomparsa di Marina, il nipote del socio dello studio commercialista si è presentato da voi insieme ad un uomo non identificato chiedendo se eravate in possesso di cd e del'hard disk del computer di sua zia. Questa richiesta come è stata giustificata? Marina potrebbe aver scoperto qualcosa?
«Non è stata mai stata giustificata, tra l'altro il suo pc portatile è svanito nel nulla. Chi lo ha preso? Poteva contenere dati compromettenti? Domande senza risposta... Quello di cui siamo sicuri è che aveva scoperto qualcosa, il nipote del socio affermerà a "Chi l'ha visto?" che chiedere di Marina era come chiedergli di un barista da cui si rifornisce quotidianamente, pertanto Marina era solo una fornitrice di servizi. Cosa strana, abbiamo richiesto personalmente di ritirare i suoi effetti personali dall'ufficio, non solo ci hanno risposto seccati, ma non c'era assolutamente nulla come se non fosse mai stata li».
La donna delle pulizie dello studio in cui lavorava sua zia ha pulito tutto e gettato via documenti sulla scrivania di Marina. Nella notte precedente, ovvero quella tra il 19 ed il 20 Febbraio, un testimone afferma che le luci dello studio erano rimaste accese. I colleghi di sua zia hanno fornito una giustificazione valida?
«La donna delle pulizie ha gettato dei documenti nei giorni successivi, ma il mio parere è che se c'erano, e ne sono sicuro, dei documenti compromettenti li avebbero gia fatti svanire personalmente invece che lasciarli nelle mani di una persona estranea. Questo testimone, nonché persona vicina alla famiglia, non vuole saperne nulla, nemmeno parlare con gli inquirenti in maniera anonima. Le domande "Chi c'era la notte tra il 19 e il 20 febbraio 2007 alle ore 02,00 circa negli uffici? E perché?", non sono mai state fatte».
Nell'Aprile 2012, dopo un intervento dei suoi familiari a “Chi l'ha visto?”, avete ricevuto una telefonata anonima, nella quale veniva lanciato l'avvertimento: “Vi ammazziamo tutti”. Il giorno precedente qualcuno si è introdotto nell'abitazione dei genitori di Marina portando via la carta d'identità di suo fratello ed altri oggetti non di valore. Per questo motivo si sono riaperte le indagini: cosa è accaduto in casa dei suoi familiari?
«Riguardo allo "strano furto" ho le foto, che a mio parere dimostrano che non era un normale furto, in quanto questi "signori" si sono preoccupati di aprire un mobile, gettare a terra tutte le foto presenti, ma lasciare in bella mostra sopra il mobile quella di Marina e di lasciarne una, sempre in bella mostra, nella sua camera, precisamente sul suo letto. Ma non si sono preoccupati di portare via oggetti di valore, tipo smartphone e cose varie. Inoltre, si sono preoccupati di controllare tutti i cd e dvd, persino i giochi della vecchia Playstation. Hanno portato via una borsa con documenti e foto che avevamo preparato per consegnare a "Chi l'ha visto?", ma in realtà cercavano un hard disk che è saltato fuori mentre mettevamo in ordine per puro caso. Ma secondo chi di dovere era un normale furto. Assurdo!».
Lei e la sua famiglia vi sentite al sicuro? Le autorità vi sono vicine?
«Personalmente le minacce ricevute mi hanno fatto solo capire che siamo sulla strada giusta, ma non nego che in famiglia hanno molto toccato, visto che non si può essere sicuri nemmeno nella propria casa. Le autorità a riguardo hanno fatto come tutti: ci hanno abbandonato, ma anche qui, a loro discolpa posso affermare che sono stati distratti dalle voci che venivano da un "ramo" molto vicino della nostra famiglia, che affermavano che "Noi sapevamo che Marina stava bene ma mon sapevamo dove stava". Oltre a questo, il Gip titolare dell'inchiesta ha negato per ben tre volte la richiesta da parte dei Carabinieri di mettere sotto controllo determinati personaggi, motivando il fatto che l'ormai quarantenne Arduini aveva già preavvisato che non si sarebbe presentata a lavoro, e pertanto non sussiste nessun tipo di reato. Mi chiedo come abbia fatto ad affermare che avrebbe preavvisato che non si sarebbe presentata a lavoro visto che dagli sms inviati risulta che Marina ha scritto che avrebbe tardato. Non ci sentiamo al sicuro, ma vogliamo giustizia ad ogni costo».
Ritiene che le indagini, fino a questo momento, siano state svolte nel migliore dei modi?
«Dopo sei anni confido che le autorità siano disposte a sopperire agli errori commessi e alla leggerezza con cui è stato intrapresero il caso: un nucleo investigativo non dovrebbe dar retta alle chiacchiere popolari, anche se partono da persone vicine. Hanno commesso troppi errori, tra cui, tanto per citarne alcuni, la mancata acquisizione dei video dei caselli autostradali di Frosinone e Roma e quelli della stazione Termini. Sappiamo che il principale indagato ha mentito agli interrogatori affermando che non conosceva Marina Arduini, in realta aveva una relazione con lei dal 1992 o giù di lì. Hanno chiesto l'auto del suddetto in questione, ma l' aveva fatta svanire con una vendita al suo "compare", che si è preoccupato di farla lavare per un mese circa con acqua bollente prima di farla ricomparire. Che posizione hanno preso con questa persona che ha mentito dal primo giorno? Siamo passati da una scomparsa volontaria, a sequestro con successivo omicidio, a di nuovo scomparsa volontaria. Non si gioca sulla vita di una persona e con il dolore di una famiglia dicendo a mio nonno: "Signor Arduini se sua figlia si è gettata in un lago con l'auto noi non possiamo prosciugarli in tutta Italia per cercarla"».
Qual è la ragione, secondo lei, per la quale qualcuno non vuole che venga diffusa la storia della scomparsa di Marina? La sua famiglia ribadisce spesso che non è stato un allontanamento volontario: ritiene che qualcuno possa averle fatto del male?
«Sicuramente il nostro non è un caso che fa audience, dopo il furto abbiamo ricevuto centinaia telefonate da parte di tv e giornali interessati al caso, interesse svanito subito, come il recente interessamento di un giornale locale, arrivato a non rispondermi più. Il nostro pensiero è che quel maledetto 19 Febbraio 2007 Marina doveva denunciare qualcosa di più grande di un furto in ufficio, per questo per gli interessati c'erano tutti i presupposti per farle del male».
Che persona è Marina? Lei come la ricorda?
«Marina era una Donna con la D maiuscola: solare, testarda, sicura di sè. Nell'ultimo periodo era stata scontrosa e nervosa, ma ne era appena uscita fuori, tanto che ci parlò dei suoi progetti futuri, come l'acquisto di un' automobile nuova a breve. Stravedeva per me e per mio fratello (i suoi nipoti), ci viziava in tutti i modi, ci difendeva anche quando sbagliavamo e non passava Sabato o Domenica in cui non stavamo con lei. E' stata una seconda mamma e per come la conoscevamo noi, un esempio da seguire».
Se vuole, può lanciare un appello verso coloro che conoscono la verità.
«Mi voglio rivolgere a tutti coloro che stanno nascondendo la verità ad una famiglia logorata da 6 anni di incessante dolore, basta omertà! Le vostre mani sono più insulse e sporche dei colpevoli! Liberatevi di questo peso, anche in maniera anonima scrivendo a [email protected] . Siamo stanchi di aspettare, cosa poi? Ho lanciato una petizione online facilmente raggiungibile attraverso il blog http://cerchiamomarina.blogspot.it . Voglio raccogliere quante più firme per presentarle a chi di dovere e dire: "Ci sono 1000 o magari 5000 persone che vogliono la verità per Marina". Ci siamo ridotti a questi "mezzucci" per sperare di poter arrivare a qualcosa di concreto.. Personalmente in questi 6 anni tante, troppe persone mi hanno detto di rinunciare. E' una "maledizione" la mia...Vivrò con la mia maledizione perché avrò sempre nel cuore mia zia, non mi arrenderò mai perché verità e giustizia sono diritti non sogni!».
PER AIUTARE MANUEL ED I SUOI FAMILIARI A CERCARE MARINA:
-Si può consulltare e condividere la scheda di Marina Arduini dal sito di "Chi l'ha visto" cliccando qui.
-Si può firmare la petizione presente sul blog http://cerchiamomarina.blogspot.it
-Si può contribuire alla diffusione delle notizie affinchè si continui a parlare del caso
(In foto Marina Arduini, da ceprano.net)
Alessia Malachiti