Sanità, polemiche sul SSN. Resta la domanda: Quali nuove forme di finanziamento?
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Sanità, polemiche sul SSN. Resta la domanda: Quali nuove forme di finanziamento?

mercoledì 28 novembre, 2012

ROMA, 28 NOVEMBRE 2012 - Quando si ricoprono cariche istituzionali l'uso delle parole non può essere disinvolto. In caso contrario, sarebbe opportuno evitare di lamentarsi di essere stati fraintesi, di essere oggetto di polemiche inutili, di dover essere costretti alle dovute rettifiche e accusare i media. Ci riferiamo, ovviamente, alle parole con le quali Mario Monti nella giornata di ieri si è riferito al Servizio Sanitario Nazionale e alle successive e prevedibili polemiche che hanno suscitato sulle sorti della sanità pubblica.

Partiamo dalle parole pronunciate ieri pomeriggio in videoconferenza da Monti durante la presentazione del progetto per il Centro per le Biotecnologie e la Ricerca Biomedica della Fondazione RI.MED di Palermo.

«Abbiamo la consapevolezza di vivere un momento difficile. La crisi ha colpito tutti e ha impartito lezioni a tutti. È importante riflettere sulle lezioni impartite dalla crisi. Il campo medico non è un'eccezione. Le proiezioni di crescita economica e quelle di invecchiamento della popolazione mostrano che la sostenibilità futura dei sistemi sanitari, incluso il nostro Servizio Sanitario Nazionale - di cui andiamo fieri e a cui il ministro Balduzzi lavora tanto incisivamente per migliorarlo ulteriormente – potrebbe non essere garantita se non si individueranno nuove modalità di finanziamento e di organizzazione dei servizi e delle prestazioni».[MORE]

“Nuove modalità di finanziamento e di organizzazione dei servizi e delle prestazioni”. Le parole di Monti non sono state pronunciate in una riunione tra amici, ma in un contesto pubblico nel quale Monti interveniva non in veste di privato cittadino, bensì in veste di Presidente del Consiglio. Occasione pubblica, ruolo istituzionale. È evidente, quindi, che chi ascolta possa prendere sul serio ciò che ha ascoltato dalla bocca del presidente del Consiglio e cominciare a porsi qualche interrogativo sul reale significato di quelle parole. Prendendo per vero ciò che Monti dice, ammettendo quindi che la sostenibilità (economica) del Servizio Sanitario Nazionale potrebbe non essere garantita in futuro se non si trovano nuove modalità di finanziamento, l'interrogativo che chiunque potrebbe porsi è più o meno il seguente: Quali sono queste nuove modalità di finanziamento?

È altrettanto evidente che alla domanda potrebbero seguire alcune eventuali risposte, anch'esse riassumibili in forma interrogativa: Nuove tasse? Forme di finanziamento private? Assicurazioni private per poter accedere a determinati servizi sanitari? Si sta, forse, pensando a servizi sanitari completi per chi può permettersi le assicurazioni o per chi può permettersi di curarsi nelle strutture private, e servizi di serie B per i più poveri, per chi non può permettersi un'assicurazione o le cure nelle strutture private? Gli interrogativi, Monti ce lo consentirà, sono leciti. E lo sono anche le polemiche sollevate da alcuni esponenti del mondo politico dopo la diffusione delle parole del presidente del Consiglio sui media. Ne riportiamo solo qualcuna a titolo esemplificativo, ma tutte sono più o meno sullo stesso tono.

Per Pierluigi Bersani, «davanti ai problemi come la salute non ci sono né povero, né ricco. Se arriviamo a un punto con due sanità, quella di chi ha di più e quella di chi ha di meno, siamo al disastro sociale, non solo economico». Più dura è la Cgil, per bocca di Cecilia Taranto (segretaria nazionale Fp-Cgil) e Massimo Cozza (segretario Pf-Cgil Medici). «Monti vuole affamare la Sanità per poi svenderla – affermano i due sindacalisti - Le dichiarazioni del Presidente del Consiglio sono gravi, anche se non fanno altro che confermare quanto scritto nell'Agenda del suo Governo, fatto da noi denunciato per tempo e inutilmente smentito dal Ministro Balduzzi. Il Presidente del Consiglio non può permettersi certe preoccupazioni sulla sostenibilità del sistema sanitario nazionale dopo averlo ridotto all'osso. Se il Governo ha intenzione di privatizzare, come denunciamo da mesi, lo dica. Noi lo combatteremo».

Merita attenzione anche quanto detto da Ignazio Marino, medico e presidente della Commissione d'Inchiesta sul SSN. Per Marino, Monti non ha torto nel dire che la sostenibilità del SSN è a rischio. Tuttavia, per il senatore Pd «Non possiamo però soltanto allarmare i cittadini senza trovare delle soluzioni». «Sono il primo – scrive sul suo blog – a sostenere la scelta della razionalizzazione delle spese e della riduzione massima degli sprechi ma questa via avremmo già dovuto percorrerla da tempo». Ciò con cui, invece, Marino non è d'accordo non è l'analisi fatta da Monti, bensì la cura proposta, cioè le “nuove forme di finanziamento”. «Mi preoccupa – continua Marino - che il presidente del Consiglio parli di nuove forme di finanziamento perché non vorrei si stesse pensando a nuove tasse. Abbiamo un livello di tassazione già pari a quello dei paesi del nord Europa senza avere però gli stessi servizi e le stesse garanzie per l'assistenza sanitaria. Basterebbe ripensare ad alcuni investimenti che stiamo facendo, come quello sui cacciabombardieri F-35 per cui spendiamo 15 miliardi di euro mentre alla sanità pubblica ne vengono sottratti ben 30. Non si può continuare ad investire in armamenti anziché in servizi alle persone in reale stato di difficoltà».

Dopo le prevedibili – e inevitabili – polemiche, in serata Monti torna sulla questione attraverso un comunicato stampa della presidenza del Consiglio.

«Contrariamente a quanto riportato dai media – si legge nel comunicato – il Presidente ha voluto attirare l’attenzione sulle sfide cui devono far fronte i sistemi sanitari per contrastare l’impatto della crisi. Ciò vale, peraltro, per tutti i settori della pubblica amministrazione. Le soluzioni ci sono, e vanno ricercate attraverso una diversa organizzazione più efficiente, più inclusiva e più partecipata dagli operatori del settore. Le garanzie di sostenibilità del servizio sanitario nazionale non vengono meno. Per il futuro è però necessario individuare e rendere operativi modelli innovativi di finanziamento e organizzazione dei servizi e delle prestazioni sanitarie».

«In sintesi – continua la nota di Palazzo Chigi – il Presidente non ha messo in questione il finanziamento pubblico del sistema sanitario nazionale, bensì, riferendosi alla sostenibilità futura, ha posto l’interrogativo sull’opportunità di affiancare al finanziamento a carico della fiscalità generale forme di finanziamento integrativo. Inoltre, egli ha voluto sollecitare la mobilitazione di tutti gli addetti ai lavori, così come degli utenti e dei cittadini, per una modernizzazione e un uso più razionale delle risorse».

La smentita, a quanto pare, non smentisce niente, perché l'interrogativo rimane. Contrariamente a quanto si legge nell'incipit della nota di Palazzo Chigi, i media non hanno fatto altro che riportare le parole pronunciate dal Presidente del Consiglio in un'occasione pubblica. Nelle sue parole, il presidente parlava precisamente di “nuove modalità di finanziamento”. Nella nota si ribadisce la necessità di trovare “modelli innovativi di finanziamento”. Come cittadini, siamo certamente lieti di sapere che “le garanzie di sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale non vengono meno”. Ma, sempre come cittadini, saremmo interessati – se è lecito – a capire quali sono questi “modelli innovativi di finanziamento e organizzazione dei servizi e delle prestazioni sanitarie” che il governo ha in mente per risollevare le sorti della Sanità Pubblica. Sempre che, nel frattempo, non si dica che anche la nota di Palazzo Chigi è stata fraintesa.

(immagine da AdnKronos)

Serena Casu


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