Ruby, in aula come testimone: «Busta con 2mila euro sempre in banconote da 500 euro»
Cronaca Lombardia

Ruby, in aula come testimone: «Busta con 2mila euro sempre in banconote da 500 euro»

venerdì 17 maggio, 2013

MILANO, 17 MAGGIO 2013 - Nel tribunale di Milano - per la prima volta convocata come testimone dai giudici della V Sezione Penale – è arrivata Ruby, la ragazza al centro dei processi milanesi che stanno cercando di fare luce sui presunti festini nella residenza privata di Silvio Berlusconi ad Arcore. Per dare inizio alla sua deposizione - nel dibattimento a carico di Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti - i magistrati hanno chiesto a Ruby di tornare indietro nel tempo, fino al suo arrivo a Milano, la ricerca dei primi lavori e il successivo ingresso nell'agenzia di Lele Mora.

A tal riguardo, Rubi ha risposto: «Conoscevo dalla Sicilia l'agenzia e volevo incontrare il proprietario perché la mia speranza era quella di lavorare nel mondo dello spettacolo e della moda. Mi hanno chiesto delle foto e ho dato quelle del mio profilo Facebook e i documenti, che ho detto di avere dimenticato. Come nome ho dato quello di Ruby, preso da una telenovela, e come congnome Eiek, che è quello di una cantante», sottolineando che «Come età ho detto di avere 19 o 20 anni». [MORE]

Poi, la testimone ha raccontato della prima serata - il 14 febbraio 2010 - ad Arcore: «Sono arrivata davanti alla villa ad Arcore e quando ero fuori dalla macchina mi è stato detto che era la villa del presidente del Consiglio. Ero sorpresa, non mi sembrava vero, e lui si è presentato all'ingresso e io mi sono presentata con il nome di Ruby», che ha aggiunto di aver ricevuto quella sera una telefonata da Mora e pensava di dover andare per una serata alla discoteca Hollywood. Al termine della serata, Berlusconi mi diede una busta con 2-3mila euro». Nello specifico, secondo quanto affermato dalla ragazza, sarebbe partita da viale Monza, a Milano, in un'auto con autista che «aveva mandato arrivando fino a Palazzo dei Cignì e là salì in auto Fede, che io avevo visto al concorso di bellezza in Sicilia e avevo rivisto in un ristorante di corso Garibaldi».

Invece, la seconda serata – una festa in cui si partecipava con dei travestimenti - a margine della quale è stata invitata a dormire nella villa di Berlusconi: «Era molto tardi e lui(Berlusconi) mi ha detto: se vuoi restare a dormire, resta pure. C'erano anche Barbara Faggioli, Marystelle Polanco e una Iris di cui non ricordo il nome, oltre a Berlusconi e a Mariano Apicella», ha raccontato Ruby, che ha puntualizzato «di avere dormito da sola. Il giorno successivo mi è stata data una tuta più comoda rispetto al vestito della sera prima e con le altre ragazze siamo andate a fare colazione. Il presidente c'era. Sono andata via nel pomeriggio, verso le quattro o le cinque». La ragazza ha sottolineato di aver ricevuto un altro «aiuto: una busta con 2mila euro sempre in banconote da 500 euro».

Ruby, prosegue il suo racconto: «Ho visto Nicole Minetti vestita da suora che a un certo punto, mentre ballava, si è tolta i vestiti ed è rimasta in biancheria intima», poi entra nel merito del dopocena che si è svolta «nella sala che le ragazze chiamavano del bunga bunga. Le ragazze, mi hanno raccontato che quel nome era una barzelletta raccontata da Berlusconi. E corso dei dopocena non ho mai visto contatti fisici tra le ragazze e Berlusconi. La showgirl Marystelle Polanco si travestì da Obama e da Ilda Boccassini, con una parrucca rossa e con la toga. Altre ragazze si vestivano da infermierine sexy e da dottoresse. Nella sala del bunga bunga c'era anche un palo della lap-dance. Per essere invitata alle serate ad Arcore avevo il contatto con il presidente Berlusconi. Mi invitava lui, ogni tanto telefonavo io per sapere se c'era la cena».

Per quanto riguarda la sua affermazione sul vicolo di parentela con Mubarak: «Durante la cena ho raccontato una storia inventata, quella che di solito usavo. Ho detto di essere meta egiziana e metà brasiliana. Ho detto che mia madre era una cantante famosa e che era parente del presidente dell'Egitto. Ho detto anche di aver tagliato i contatti con la mia famiglia perché volevo diventare cattolica e che mio padre non voleva. Ho anche detto detto aver subito maltrattamenti e mostrato i segni. Alcune ragazze, durante il racconto si erano commosse».

(fonte: Corriere della Sera, La Repubblica. Fotogramma politica.excite.it)

Rosy Merola
 


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