Si suicida in carcere il presunto killer del gioielliere ucciso a Roma
Cronaca Lazio

Si suicida in carcere il presunto killer del gioielliere ucciso a Roma

sabato 18 luglio, 2015

ROMA, 18 LUGLIO 2015 - Si è suicidato in una cella del carcere di Regina Coeli, Ludovico Caiazza, il trentaduenne ritenuto il presunto killer di Giancarlo Nocchia, il gioielliere romano ucciso durante una rapina mercoledì scorso nel suo negozio di via dei Gracchi nel centralissimo quartiere Prati. E' stato trovato impiccato con un lenzuolo intorno alla mezzanotte dagli agenti della polizia penitenziaria durante un controllo dei detenuti del reparto grande sorveglianza del carcere romano. Inutili i soccorsi, perché all'arrivo dell'ambulanza del 118 per lui non c'era più nulla da fare. [MORE]

Il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (Dap) ha avviato un'indagine interna per ricostruire i fatti. Secondo quanto si è appreso, il suicidio è avvenuto nella tarda serata di ieri e l'uomo era da solo nella cella. Caiazza il giorno prima era stato individuato e catturato dai carabinieri mentre era a bordo su un treno regionale, nei pressi della città di Latina. Dalla perquisizione era emerso che il presunto omicida avesse con sé due pistole ed una borsa contenente gioielli, sui quali sono in corso verifiche per stabilire se si tratta di quelli sottratti dalla gioielleria durante la rapina effettuata a Roma, in via dei Gracchi. 

In base al risultato dell'esame autoptico effettuato ieri sul corpo del gioielliere, risulta possibile che Nocchia sia deceduto a causa di un'emorragia provocata da un violento colpo alla testa con un oggetto non ancora identificato. Da quanto riferito da altri media, sembra che sul corpo dell’orafo siano presenti anche ferite di arma da taglio su entrambe le braccia e su una gamba. In particolare, si ipotizza che Nocchia sia stato aggredito prima con una lama e, successivamente, sia stato colpito con l'oggetto contundente. Al vaglio dell'attività scientifica ci sarebbero diversi reperti prelevati dal pavimento del negozio.

La cattura del presunto responsabile dell'omicidio è stata resa possibile grazie all'attività investigativa incentrata sui risultati emersi durante le operazioni di analisi delle tracce biologiche lasciate dall'assassino all'interno della gioielleria. Inoltre, l'autore dell'efferato delitto sarebbe stato individuato e, successivamente, sottoposto al fermo di polizia giudiziaria, per mezzo di quanto emerso dal controllo dei filmati registrati  dal sistema di video sorveglianza, presente nel negozio, nonostante il pregiudicato indossasse, al momento dell'omicidio, una parrucca e degli occhiali da sole. Dalle dichiarazioni delle agenzie di stampa, il presunto omicida, al termine della rapina, si sarebbe allontanato a piedi dal luogo del delitto, disfandosi, per non essere localizzato, del cellulare. Durante l'attività inquisitoria, però, sarebbe emerso che  il segnale del suo telefono, si sarebbe agganciato ad una cella della zona, nel momento nel quale, è avvenuta la rapina e, contestualmente l'omicidio. Localizzato dai Carabinieri, inizialmente in provincia di Caserta, L. C. è stato arrestato, poco dopo, a Latina. Sembra che nel viaggio, il presunto omicida, non fosse solo, ma in compagnia di un altro uomo, che non sarebbe, però,  coinvolto nella rapina e nell'omicidio dell'orafo.

Luigi Cacciatori

Immagine da  Ansa.it

(Ultimo aggiornamento: lunedì 20 luglio ore 9,53)


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