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ROMA 11 MARZO 2014 - "Se qualcuno non vuole votare oggi l'Italicum, lo deve spiegare bene fuori da qui" è quello che ha detto il premier Matteo Renzi, che ha riunito, questa mattina, i deputati Pd per un'assemblea in vista del voto finale sulla legge elettorale alla Camera dei deputati dopo il voto di ieri sulla parità di genere e, ai suoi, ha ancora detto: “Sulla parità di genere il Pd è avanti, non indietro”. Ai deputati democratici il premier ha chiesto “come Pd, di chiudere oggi o questo ricadrà su di noi. Al Senato ne riparleremo, di quote e di altro”.
Roberta Agostini, che aveva presentato l'emendamento sulle quote rosa, aveva chiesto, entrando all’assemblea, che si facesse “chiarezza" sul voto di ieri che ha visto numerosi franchi tiratori nelle fila dei democratici, ed aveva annunciato che chiederà che "la legge venga cambiata al Senato almeno su questo punto".
Il premier ha sottolineato i passi fatti da lui personalmente e dal partito democratico per la parità di genere. "In questa sala si è detto che il Pd applicherà il criterio di candidature 50-50 per parità di genere: un impegno preso per la prima volta nella storia". "Se ci saranno le condizioni per discutere al Senato di parità di genere – ha assicurato poi - riapriremo la discussione”.
Proprio oggi infatti Rosy Bindi, dalle colonne di Repubblica, ha spiegato che dopo la bocciatura della Camera delle quote rosa "non parteciperò al voto finale sulla legge elettorale", perché per salvare "l'accordo con Berlusconi" è stata "sacrificata la Costituzione".[MORE]
Renzi ha allora espresso “marcato dissenso rispetto a chi ritiene” la legge elettorale che sta per essere approvata alla Camera incostituzionale. Per questo “sarebbe positivo che si accelerasse la riforma del regolamento della Camera e si limitasse il ricorso al voto segreto” ha spiegato ancora il premier. Ma "la legge oggi c'è ed è merito del Pd" "Se c'è spazio alle Camere si migliora - ha assicurato Renzi - ma non si può definire questa legge incostituzionale"."La legge elettorale che abbiamo votato qui in direzione - ha aggiunto il segretario Pd - è diversa da quella che uscirà dal Parlamento". "Non c'è da mantenere un patto con Berlusconi - ha spiegato Renzi -, ma un impegno che come partito abbiamo preso.
"Mi sono state chieste nella direzione tre cose: legare la legge elettorale alle riforme, modificare le soglie, ottenere la libertà di voto sugli emendamenti trasversali. Tutte e tre queste cose sono state assicurate" ha detto il premier rispondendo in qualche modo alla richiesta di chiarimenti arrivata dalle donne del Pd e in primis dalla Agostini.
Entro quindici giorni “sarà formalizzato un atto parlamentare su Senato e Titolo V” ha detto ancora Renzi parlando all’assemblea del Pd delle riforme costituzionali. Renzi annuncia che sarà convocata nei prossimi giorni una Direzione Pd sulla riforma del Titolo V.
Michela Franzone