La rabbia di Palermo: il killer di Carmela Petrucci perseguitava la sorella Lucia da mesi
Cronaca Sicilia

La rabbia di Palermo: il killer di Carmela Petrucci perseguitava la sorella Lucia da mesi

sabato 20 ottobre, 2012

PALERMO, 20 OTTOBRE 2012 - Ancora non riescono a farsene una ragione, i familiari e gli amici delle due sorelle, Carmela e Lucia Petrucci, le quali sono state aggredite da Samuele Caruso. Nell'agguato, all'interno del palazzo di Via Uditore 14, Carmela ha perso la vita, tentando di difendere sua sorella Lucia dalle coltellate di Caruso. Quest'ultimo, ventitreenne disoccupato, aveva avuto una relazione con Lucia, diciottenne, e non si era mai rassegnato alla fine della loro storia.

La perseguitava da mesi, inviandole Sms dai toni inquietanti, entrando sul profilo di Facebook della ragazza e facendole capire di essere osservata. Uno dei messaggi che Caruso ha inviato a inizio Settembre lasciava intendere che i suoi occhi erano puntati costantemente su Lucia: <<Ti sto osservando, stai studiando Kant>>.

Sul proprio profilo di Facebook, Samuele pubblicava immagini e "link" che, con il senno di poi, raccontavano la sua ossessione nei confronti della ragazza. Appena il 9 Ottobre condivideva un messaggio: <<Se potessi esprimere un desiderio... Ed avessi la certezza che venisse realizzato, non chiederei nè soldi, nè ricchezze, non chiederei un amore perchè un amore si conquista, non chiederei di essere felice per sempre, perchè non conosci la felicità se non provi i dispiaceri... Chiederei soltanto la SALUTE per le persone che AMO... Perchè l'unica cosa che non puoi cambiare è la perdita di qualcuno che AMI>>. [MORE]

Oggi, sulla pagina relativa a quell'immagine, si possono leggere commenti di persone, giustamente, furiose nei confronti di Samuele Caruso, che con linguaggio forte mettono in evidenza il fatto che, il ventitreenne, pochi giorni prima di aggredire le due sorelle, invocava la salute per le persone a lui care e sembrava condividere il fatto che "l'amore si conquista".

In un'altra immagine pubblicata sul suo profilo di Facebook, un dolce cagnolino portava il nome "LuSa", le iniziali di Lucia e Samuele. Inoltre l'apparenza del ragazzo, che nelle foto ha l'aria dell' "impacciato", tutto lasciava intendere, tranne che si trattasse di un assassino. L'apparenza inganna, si usa dire in Italia e, senz'altro, questo è uno dei tanti casi.

Si faceva chiamare Tigrotto, forse era proprio Lucia a chiamarlo così, prima che quello che definiva amore si trasformasse in vera e propria ossessione. La ragazza, ha raccontato un compagno di scuola, si era recata dai Carabinieri per parlare loro dei messaggi intimidatori di Samuele, ma questi l'avrebbero liquidata con una risposta troppo semplice: <<Cambia numero di telefono>>. Forse, la morte di Carmela ed il ferimento di Lucia si sarebbero potuti evitare, se le forze dell'ordine avessero preso in seria considerazione la segnalazione della ragazza?

A quesa domanda è difficile trovare una risposta, ma l'opinione pubblica è arrabbiata: nessuna pietà per Caruso, quello che ha fatto è irreparabile, non c'è rimedio alla morte di una ragazza di diciassette anni, intervenuta per salvare la propria sorella, mentre veniva accoltellata davanti ai suoi occhi dall'ex fidanzato.

Samuele ha raccontato ai Carabinieri che lo hanno fermato, grazie ai tabulati telefonici, di aver perso la testa, ma il fatto che avesse con sè un coltello di tipo "Butterfly" molto tagliente, fa pensare all'omicidio premeditato. Ha parlato del timore che Lucia avesse un'altra relazione, confermando l'ipotesi che si sia recato in Via Uditore proprio per uccidere la sua ex ragazza.

Mentre proseguono gli accertamenti, il Pm Caterina Malagoli chiederà al Gip di prolungare la custodia cautelare in carcere ed intende accusare Caruso di omicidio volontario premeditato, per quanto riguarda la morte di Carmela, e tentato omicidio per aver ferito gravemente Lucia.

L'assassino, durante i primi interrogatori, ha raccontato di aver involontariamente colpito Carmela perchè Lucia si stava difendendo con le mani. L'autopsia della diciassettenne ha chiarito la causa della morte: due coltellate alla gola, che hanno tranciato la carotide. In seguito alla recisione dei vasi venosi, la ragazza si sarebbe accasciata a terra in una pozza di sangue ed è morta per shock emorragico.

Giuseppe Termine, il primario di chirurgia che segue Lucia, ha spiegato che la diciottenne è stata colpita da venti coltellate, anche sul viso e sul mento. Cinque di queste ferite sono piuttosto gravi, tra queste ve n'è una di 15 centimetri nella zona lombare. I medici hanno eseguito ieri un'operazione di circa tre ore, per ricucire i tagli, che, da quanto è stato descritto dal primario, sembrano quasi essere ferite da bisturi piuttosto che da coltello.

L'arma del delitto è però stata ritrovata e si è trattato proprio del coltello "Butterfly" ad uccidere Carmela e a ferire Lucia, le cui condizioni sono stazionarie e sembra riprendersi a poco a poco da quanto ha subìto. Probabilmente, come spiega Giuseppe Termine, l'arma è stata usata con <<Barbaria>> e ferocia, tanto da lasciare ferite simili a quelle che potrebbe lasciare un bisturi.

Lucia, che è tornata lucida, chiede ai medici di Carmela, ma gli specialisti hanno consigliato di attendere la sua ripresa prima di darle la notizia della morte della sorella che, con molta probabilità, le verrà data da uno psicologo che terrà conto delle condizioni in cui si trova Lucia ora.

Il primario Termine ha spiegato ai giornalisti: <<Le abbiamo detto che la sorella Carmela è ricoverata in un altro ospedale e che la stiamo curando. Chiede ai medici e agli infermieri come sta la sorella. Abbiamo chiamato uno psicologo che le potrà dire con dolcezza che la sorella è morta>>.

Il medico ha anche dichiarato: <<Sistemeremo Lucia in modo tale che la madre le possa stare più vicina in queste ore. Dopodomani mattina sarà trasferita in reparto, in quel momento saprà già della morte della sorella>>.

Lunedì saranno ore difficili per Lucia e, mentre le verrà data la triste notizia, Samuele Caruso verrà nuovamente sottoposto ad interrogatorio, questa volta dal Gip, il quale deciderà se convalidare l'arresto ed accogliere le accuse mosse dal Pm che si occupa del caso, Caterina Malagoli.

Emergono, nel frattempo, alcuni particolari che andranno a supporto delle indagini. Accanto al palazzo di Via Uditore 14, dove vive la famiglia Petrucci, si trova un supermercato della Conad. Quest'ultimo è collegato dall'interno con l'androne del palazzo, proprio il luogo in cui è avvenuta l'aggressione. Pippo Gambino, magazziniere quarantatreenne, è uno dei due uomini che è corso per soccorrere le due sorelle ed ha raccontato: <<Insieme a un mio collega abbiamo sentito delle urla. Allora ci siamo precipitati per vedere cosa stava succedendo. Appena siamo arrivarti davanti al portone, dai vetri, abbiamo visto le ragazze in una pozza di sangue, abbiamo citofonato e ci è stato aperto il portone. Subito dopo abbiamo chiamato prima la polizia e poi il 118>>.

Gambino ha aggiunto che, poco prima di sentire le urla, aveva visto la nonna delle due ragazze che faceva la spesa nel supermercato, mentre nell'appartamento della famiglia Petrucci era presente Antonio, il fratello di Lucia e Carmela.

Un duro colpo, quello subìto dalla famiglia e dagli amici di Carmela. Alcuni compagni di classe, appena appresa la notizia, si sono precipitati sul luogo del delitto. Il preside Vito Lo Scrudato, del Liceo Umberto I, frequentato da entrambe le sorelle, si è intrattenuto per diverso tempo con i ragazzi della III L.

<<Abbiamo parlato a lungo soprattutto della palese truffa dei mezzi di comunicazione, televisione in testa, che banalizzano i sentimenti e la sessualità e allontanano i ragazzi dalla complessità delle questioni>>. All'incontro tra il Preside e la classe di Carmela e Lucia, si sono poi aggiunte le altre classi del Liceo, per ricordare la diciassettenne e per darsi supporto a vicenda in un momento così difficile per tutti coloro che conoscevano la ragazza.

Molti degli studenti hanno chiesto al Preside il permesso di partecipare alla messa di Lunedì, alle ore 10.30, presso la chiesa di via Parlatore. Intanto, il Liceo ha organizzato per lo stesso giorno una commemorazione.

Un mazzo di fiori è stato portato sul banco di Carmela e sulla recinzione della scuola è stato affisso un cartellone: <<Tutte sorelle. Reagiamo contro le violenze sulle donne>>.

Il preside ha raccontato ai giornalisti di un'altra iniziativa dei compagni di scuola delle sorelle Petrucci: <<I ragazzi delle III L mi hanno detto che vogliono portare Carmela alla maturità. Vogliono farlo col cuore, desiderano che lei, anche da morta, realizzi i suoi sogni. Era una ragazza bravissima, sapeva quello che voleva, cominciava già a studiare per fare i test di Medicina>>.

Sulla pagina di Facebook dell'Umberto I, si legge invece lo straziante messaggio: <<Collera mista a sgomento. Una DONNA non è un oggetto di cui si possa pretendere la proprietà in nome dell'AMORE! L'AMORE è nel gesto di una sorella che dona la propria VITA per difendere chi le sta a CUORE, ma non si parli mai più di "delusione d'AMORE" in questa tragedia, perché l'AMORE non c'entra nulla con la VIOLENZA! Riposa in pace Carmela>>.

(Foto da today.it)

Alessia Malachiti


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