Ponte Galleggiante sullo Stretto di Messina: perchè?
Cronaca Lazio Roma

Ponte Galleggiante sullo Stretto di Messina: perchè?

mercoledì 26 maggio, 2010

Riceviamo e pubblichiamo
Lo Stretto di Messina, la sua bellissima natura e la sua ricca e lunga storia merita un ponte di grande valore architettonico. Merita un opera d’arte unica nel suo genere, come la Torre di Pisa, il Ponte Vecchio di Firenze, la Piazza di San Marco di Venezia, ecc.
Finora, secondo me, nessuno ha pensato a dare al Ponte sullo Stretto il suo vero valore.

Tutti i progettisti hanno solo pensato a un ponte tradizionale, per far passare i passegeri da una parte all’altra.
Il ponte a unica campata (3.300 km) che è stato considerato dai progettisti il migliore tra tutti le proposte, non è mai stato realizato finora, perchè tantissimi recercatori hanno approfondito l’argomento e hanno cercato di dare una risposta.[MORE]
Io voglio menzionare qui alcuni di loro.
Gli autori dell’articolo “Aspetti geologici e di stabilità per il Ponte sullo Stretto di Messina”, Alessandro Guerricchio e Maurizio Ponte (Università di Reggio Calabria), hanno concluso la loro ricerca con l’affermazione: “In caso di sisma di particolare energia, la struttura potrebbe essere coinvolta in fenomeni gravitativi di importanti dimensioni. Un eventuale, anzi probabile, meccanismo di instabilità che dovesse coinvolgere il versante su cui insiste la torre dal lato della Calabria, produrrebbe una sollecitazione di tipo impulsivo sulla struttura, con serissime consequenze sulla stabilità strutturale”.

L’autore dell’articolo “Mistakes and Erroneous Solutions in Urban Planning: The Project for a Bridge over the Straits of Messina”, Guido Signorino (Università di Messina) ha scritto: “Mi limiterò a sintetizzare alcune delle molte ragioni per cui il progetto appare del tutto anti economico, sia a livello locale, sia a livello nazionale. A livello locale, il ponte riduce il benessere a causa dei costi ambientali e di congestione; i costi ambientali del ponte si riferiscono al suo impatto sulla ecosfera urbana: a) la riserva naturale di Ganzirri (di interesse Comunitario) sarà irrimediabilmente danneggiata; b) più di 5 milioni di m3 di residui dei lavori di scavo sono localizzate in posizioni molto pericolose, sulle pendici dei monti Peloritani, adiacente alla parte residenziale della città. Inoltre, il ponte sarà costruito a 15 km dal centro della città, per un totale di 25,7 km di tunnel ferroviario e stradale e viadotti che collegano il ponte con le zone più centrali della città. La conclusione dell’analisi economica del progetto è sicuramente negativa, a causa di: a) errori nelle previsioni di traffico; b) sottovalutazione dei costi di investimento, c) imprecisioni in analisi costi-benefici; d) le conseguenze negative per il bilancio pubblico e per l’economia siciliana”.

Da quanto sopra citato, appare evidente che il governo italiano deve sforzarsi a cercare un alternativa molto più conveniente, economicamente e finanziariamente sostenibile, al tempo stesso socialmente più desiderabile.
E io, forse, ne ho una.
Un ponte basato su Piattaforme Galleggianti Abitate.
I ponti ordinari e le gallerie (sotterranei e sommersi) sono stati studiati e valutati per risolvere il problema dello Stretto di Messina da vari recercatori. Senza dubbio si è concluso che tali strutture non sono in grado di rendere fattibile il sogno italiano.
Per realizzare il Ponte è necessario pensare diversamente. Un ponte basato su Piattaforme Galleggianti Abitate. Si tratta di un concetto unico nel suo genere, venuto al mondo grazie a tre anni di laboriose ricerche fatte dal sottoscritto sulle strutture galleggianti .
Le caratteristiche principali del Ponte Galleggiante Abitato proposto da me come alternativa per risolvere il problema dello Stretto sono le seguenti:

1) Si usa l’acqua come fondamenta per le trave e il pilone del ponte. La configurazione proposta si basa su piattaforme galleggiante di calcestruzzo armato, in cui lo spazio interno in questi piattaforme verrà destinato ad attività commerciali, uffici, alberghi, parcheggi, parchi, ecc. Inoltre, si possono costruire anche case a schiera nello spazio a forma di ellisse che costituisce le due travi in acciaio a forma di archi (cfr il filmato: http://www.youtube.com/watch?v=gMYwNo-uzX0). La fondazione galleggiante è stata scelta come soluzione a causa della profondità d’acqua che supera 100 metri, la presenza delle falde attive sulle coste messenesse e calabrese, e la presenza di forte terremote.
Il Ponte ofre più di 3.000.000 mq di spazio abitabile.

2) La possibilita’ di costruire gran parte del Ponte (le Piattaforme Galleggianti) in un cantiere navale che poi verrà trascinata nella sua posizione galleggiando sull’acqua, risparmiando così nei costi e nei tempi di costruzione.

3) Il Ponte Galleggiante Abitato verrà finanziato dalla vendita delle unità abitative, più di 3.000.000 m² di spazio abitabile.

4) Il vantaggio economico ottenuto dalla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina si farà sentire a livello nazionale, a seguito del miglioramento dei mezzi di passaggio tra Reggio Calabria e Messina, facilitando il rapido sviluppo regionale su entrambi i lati dello Stretto, in particolare nel settore del industriale e del turismo. Durante la costruzione, nascerà un boom economico locale. Le varie attività a sostegno della costruzione del ponte mobiliteranno una quantità enorme di fondi e forze che porteranno benessere alla regione.

5) Grazie alle piattaforme galleggianti, la posizione del Ponte Galleggiante Abitato sullo Stretto di Messina non dipenderà più dalla distanza minima tra la Sicilia e la Calabria. Il Ponte Galleggiante potrebbe essere costruito a pochi chilometri dal centro della città di Messina. Il totale di 25,7 km di gallerie ferroviarie e stradale che è stato suggerito per collegare le zone più centrali della città di Messina non sarà necessario.

6) L’impatto ambientale del Ponte Galleggiante è di molto inferiore rispetto a quello degli altri progetti proposti.
Il progetto del Ponte Galleggiante Abitato è stato inviato al Ministero delle infrastrutture italiano via e-mail il 15 novembre scorso e, finora, non ha ricevuto alcuna risposta. Mi auguro che il governo italiano lo valuti come un’alternativa valida.

Arch. Mor Temor

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