Piazza Affari, per l'edilizia è "la giornata della collera". Squinzi: "Serve terapia d'urto"
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MILANO, 13 FEBBRAIO 2013 – “Ci arrabbiamo perché le abbiamo già provate tutte, ma senza risultato. Dopo quattro anni in apnea, la crisi resta nerissima. Arrivati a questo punto lasciateci almeno urlare tutta la nostra rabbia”. Questo lo sfogo dei lavoratori dell'edilizia di Milano che oggi si sono riuniti a Piazza Affari, per dar vita alla “giornata della rabbia”: disposti per terra diecimila caschetti gialli - quelli che sono soliti indossare i lavoratori dei cantieri – con i quali è stata riempita la piazza simbolo della finanza.
Presenti all’appuntamento, 20 associazioni, da Assimpredil ad Assolombarda, oltre che le associazioni degli artigiani fino ad arrivare al Collegio dei geometri e all'Unione dei costruttori di serramenti. “Quasi 2.300 imprese (il 28% del totale) hanno chiuso i battenti. Significa che qui, nel nostro territorio, quasi 20 mila famiglie si sono trovate in difficoltà”, ha sostenuto Stefano Fugazza, presidente dell'Unione artigiani di Milano.
In effetti, si stima che - in cinque anni - la crisi abbia tagliato in tutta la filiera dell’edilizia 550 mila posti di lavoro in Italia, di cui almeno un decimo ( circa 55 mila) in Lombardia. [MORE]
“La città si mobilita quando un'azienda entra in crisi. Pochi hanno chiaro che la crisi nel nostro settore ha chiuso l'equivalente di tutti i punti vendita Carrefour d'Italia o del gruppo Fininvest”, ha proseguito Fugazza. Invece, per interviene Claudio De Albertis, presidente di Assimpredil Ance, “Non siamo mai scesi in piazza. Se lo facciamo oggi è perché non vediamo prospettive per il 2013 e nemmeno per il 2014. Abbiamo articolato una serie di proposte e scritto un manifesto del settore. Il Paese deve tornare a credere nella necessità di avere infrastrutture moderne. Non solo. Le nostre città hanno scuole e ospedali fatiscenti: sarebbe ora di intervenire, a vantaggio del nostro settore certo, ma soprattutto della collettività”.
Solidarietà ai manifestanti è stata espressa dal presidente di Confindustria, Sergio Squinzi, intervenuto alla manifestazione telefonicamente, "Non servono annunci e promesse chiediamo interventi concreti e coraggiosi da parte della politica per uscire dalla crisi. Una vera e propria terapia d'urto che tagli loro i costi per le imprese e ne aumenti la produttività e che sia accompagnata da riforme strutturali”. Squinzi ha concluso sostenendo che, “Questo è il giorno in cui le imprese fanno sentire il loro stato d'animo che non può essere benevolo, è un grido d'allarme per riportare la politica al dovere di arrestare il declino e rilanciare la crescita".
A tal riguardo, il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia ha puntualizzato, “L'amministrazione sta già contribuendo al sostegno del settore edile, il cui declino non è inarrestabile. Abbiamo approvato il Pgt, il piano di governo del territorio, che tiene conto delle reali esigenze della città e abbiamo introdotto tempi certi per i pagamenti alle imprese. Stiamo anche realizzando il nuovo regolamento edilizio e la semplificazione delle procedure dello Sportello Unico dell’edilizia”.
(fonte: Il Giorno)