Per chiarire i vostri dubbi:altri aspetti dell'Eucarestia e del Perdono
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Oggi rispondiamo ad alcune delle tante domande suscitate dalla vostra lettura del precedente articolo.
D. Basta cibarsi di Cristo per rafforzare la fede? E come far capire ai figli l'importanza della stessa? Claudia da Foggia.
R. Carissima Claudia, la parola “fede” ha un significato polivalente in quanto racchiude in sé molte accezioni: il nutrimento dell’anima, la conoscenza della verità, la preghiera, la vita nella propria comunità ecclesiale, ecc. È chiaro che l’eucaristia è necessaria per rafforzare la grazia personale e vivere, con fortezza, la propria fede. Dare sprone ai propri figli, per la frequenza della S. Messa domenicale e farli accostare all’eucaristia e agli altri sacramenti, è possibile, ma è necessario far comprendere loro il significato e il valore spirituale che l’eucaristia ha nella vita di un cristiano.[MORE]
In tal senso consiglio a te, Claudia, di esortare i tuoi figli a partecipare al catechismo (o alla catechesi, dipende dalla loro età) affinché acquisiscano una conoscenza appropriata della fede e della pratica cristiana. Inoltre - questo lo ritengo assolutamente determinante per la loro visione cristiana - è importante che i figli vedano in voi genitori un esempio di fede attraverso la vostra frequenza domenicale alla S. Messa. Solo così saranno in grado di leggere in voi, come in un libro aperto, le bellissime pagine del vangelo vissuto e spiegato dalla vostra stessa vita, per manifestare così l’amore del Signore che si irradia, nella storia, attraverso l’esemplarità di una famiglia cristiana.
R. Il sacramento della confessione è per la remissione dei propri peccati. L’eucaristia è per dare alla propria anima il nutrimento spirituale mediante la grazia divina. Sono due sacramenti ugualmente necessari, ma distinti. Non ogni volta che si fa la comunione occorre confessarsi. Tuttavia, se prima di accostarsi all’eucaristia si ritiene di aver commesso qualche peccato mortale (ovvero la trasgressione in maniera grave di qualche comandamento) è obbligo ricevere in modo degno Gesù, attraverso il sacramento dell’eucaristia. Eppure non ogni volta che ci si confessa si è obbligati a fare la comunione. A volte confessarsi è utile non solo perché si chiede, a Dio, il perdono dei propri peccati, ma anche per ricevere più luce e consiglio spirituale, sia per evitare abituali cadute, sia per vivere nella grazia di Dio.
La forza della fede è frutto di una preghiera costante, la quale aiuta a crescere nell’amore autentico verso Dio e i fratelli. La manifestazione più alta dell’amore si ravvisa attraverso il perdono ai fratelli. Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno! Inoltre: Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori.
Caro Davide, ciascuno di noi è bisognoso di perdono da parte di Dio. Ma, al contempo, anche noi saremo capaci di perdonare tutti quelli che ci hanno fatto del male se ogni giorno preghiamo il Signore perché infonda nel nostro cuore la sua grazia e ci faccia amare con i suoi sentimenti, per avere la forza di guardare ai nostri fratelli come persone che il nostro Padre celeste vuole salvare a tutti i costi. E noi possiamo diventare questo segno e anche questo strumento prezioso di salvezza per tantissimi nostri fratelli. È bello sapere che la speranza e la gioia si è potuta riaccendere nel cuore di un nostro amico di un nostro fratello o di un nostro familiare, solo per avere avuto noi il coraggio e la forza di offrire il nostro perdono. Questo è l’amore esemplare della fede.
D. Roberta chiede tramitre mail: Se io faccio la comunione, ma sono in disaccordo con un mio fratello, commetto un atto di blasfemia?
R. Il vangelo ricorda: “Se dunque presenti la tua offerta sull'altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare e và prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono” (Mt 5,21-23).
Essere in disaccordo con il prossimo non è blasfemia, perché questa è irriverenza, mancanza di rispetto verso Dio, la religione o le leggi (sia civili che divine). Tuttavia, il dissenso con un fratello è pur sempre un peccato perché crea divisione, lacera la comunione, pertanto, va contro l’amore di Dio.
Basta pensare questo: se non sono in comunione con un fratello, o meglio, se non intendo vivere la comunione con il mio prossimo, come posso prendere la comunione, cioè il Cristo, Colui che crea comunione con Sé e con tutti i fratelli? In realtà è un controsenso, un contrasto con il significato e l’effetto che l’eucaristia dona a ciascuno.
Mi permetto di suggerire una cosa che reputo essenziale nell’atteggiamento cristiano: è un grande atto di umiltà, oltre che grande nobiltà d’animo, prendere per prima l’iniziativa (anche quando si sa di avere ragione) per manifestare a un fratello l’intenzione di voler fare pace, di offrire il proprio perdono e di ricomporre l’amicizia. Questo gesto è vera beatitudine perché è gradita a Gesù: “Beati gli operatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio” (Mt 5,9).
Don Alessandro Carioti
Docente di Teologia Fondamentale nell’Istituto Pio XI di Reggio Calabria
Si ricorda che ognuno può porre i propri dubbi, i propri interrogativi scrivendo al seguente indirizzo di posta elettronica [email protected]. Si cercherà di fornire a tutti una risposta.