Papa Francesco sui migranti: "Respingerli è un atto di guerra"
Estero Lazio

Papa Francesco sui migranti: "Respingerli è un atto di guerra"

venerdì 7 agosto, 2015

ROMA, 7 AGOSTO 2015 - Respingere i migranti che arrivano dal mare, come avviene ai rohingya, popolazione musulmana in fuga dal Myanmar nell'oceano indiano respinta da diversi paesi dell'area, è "guerra", "violenza", "uccidere". Così Papa Francesco rispondendo alle domande di alcuni ragazzi del Movimento eucaristico giovanile in aula Paolo VI. "Noi vediamo, quando guardiamo la tv o i giornali, conflitti che non si sanno risolvere e finiscono in guerre", ha detto Francesco. [MORE]

"Una cultura non tollera l'altra. Pensiamo a quei fratelli nostri rohingya, sono stati cacciati via da un paese, da un altro, da un altro, vanno sul mare e quando arrivano a un porto a una spiaggia gli danno un po di acqua un po da mangiare e li cacciano in mare. Questo - ha detto Francesco - è un conflitto non risolto, questo è guerra, questo si chiama violenza, si chiama uccidere". Tuttavia il ponteficie ha sostenuto che una una società, una famiglia, un gruppo di amici senza tensioni e senza conflitti, sarebbe un cimitero.

"Non ci sono le tensioni e non ci sono i conflitti nelle cose morte, quando c'è vita c'è tensione e c'è conflitto, e per questo è necessario sviluppare questo concetto e cercare nella mia vita quale sono le vere tensioni come vengono queste tensioni perché sono tensioni che dicono che io sono vivo. Soltanto nel paradiso non ci saranno conflitti, tutti saremo uniti nella pace con Gesù Cristo". "Le tensioni ti fanno crescere, sviluppano il coraggio, e un giovane deve avere questa virtù del coraggio: un giovane senza coraggio è un giovane annacquato, è un giovane vecchio, alcune volte mi viene di dire, e ho detto, ai giovani: per favore non andate in pensione, perché ci sono giovani che vanno in pensione a venti anni, hanno tutto sicuro nella vita hanno tutto tranquillo e non hanno la tensione".

"Come si risolve una tensione? Col dialogo. Quando in una famiglia cè il dialogo, quando c'è questa capacità di dire spontaneamente cosa uno pensa, le tensioni si risolvono bene, non bisogna avere paura delle tensioni. Ma anche essere furbi, perché se tu ami la tensione per la tensione questo ti farà male, e saresti un giovane 'conflittuato' male, che ama sempre essere in tensione: no, questo no. La tensione viene per aiutarci a fare un passo verso l'armonia, ma l'armonia pure provoca un'altra tensione per essere più armonica".

Fonte: Askanews

Foto: Stampa.it


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