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PALERMO, 18 OTTOBRE 2011 – Ieri avevamo visto quali sono – o sembrano essere – i movimenti a Palazzo d'Orleans in merito alle elezioni del 2012. Oggi invece ci focalizziamo su come, nel centrosinistra delle primarie, ci si sta muovendo per le elezioni a Palazzo delle Aquile.[MORE]
Il grande ex. A Palazzo delle Aquile Leoluca Orlando (nella foto) ci è già stato, dal 1985 al 1990.«Se non ci sarà un candidato di spessore, frutto di un lavoro di condivisione e scelto attraverso le primarie, il 21 marzo, giorno di inizio della primavera, scioglierò anche l'ultima riserva e mi candiderò io: e a quel punto le primarie le farò da solo. Al primo turno», dice. Una candidatura “contro”. Contro Raffaele Lombardo e la sua giunta, contro il Partito Democratico se questo continuerà a rimanere alleato con l'attuale presidente della Regione e contro il centrodestra, naturalmente. Questo era quello che diceva lo scorso luglio, durante l'assemblea dell'Italia dei Valori palermitana..
Il suo obiettivo dichiarato è quello «di ritrovare una unità nel centrosinistra e di scegliere un candidato di spessore attraverso le primarie», unico caso che potrebbe farlo desistere dalla candidatura. «C'è un tempo per tutto, ed io il sindaco l'ho già fatto».
Una mossa, quella di Orlando, che in casa democratica non piacque affatto, tanto che da quel momento il partito si mise alla ricerca di un nome talmente autorevole da far impallidire anche quello dell'ex sindaco. Un nome al quale spetterà con ogni probabilità anche il duro compito di far accettare alla base l'accordo con il terzo polo. Quel nome, finalmente, sembra essere stato trovato.
L'asso nella manica. Per Rita Borsellino si sono mossi gli alti vertici dei democratici, con il segretario Bersani che ha voluto incontrarla nei giorni scorsi. Il partito, a Palermo come nell'intera isola è nel pieno della bufera, tra auto-candidature non previste e tentativi di “ammutinamento al contrario”, come quello della presidente Bindi che ha di fatto abbandonato al proprio destino gli esponenti del partito all'assemblea regionale.
Nei mesi scorsi, in “quota” democratica erano transitati anche i nomi di Giancarlo Caselli – per il quale è addirittura partita una raccolta firme on-line – e Piero Grasso, che però hanno da (quasi) subito declinato l'invito. Qui, anche alla luce della giunta De Magistris, sorge una domanda: possono uomini adibiti a far rispettare la Legge, vestire i panni di chi invece, per ruolo, deve praticare l'arte del compromesso?
L'eventuale ufficializzazione della candidatura Borsellino, che peraltro ancora non ha confermato (né smentito) si instaurerebbe anche in un più ampio discorso sulle alleanze. Se, infatti, quasi certi sarebbero i voti che le giungerebbero dai democratici, dall'Italia dei Valori, da Sinistra Ecologia e Libertà e dalla federazione comunista, sembra molto difficile far accettare la candidatura al terzo polo. Le parole di Rutelli dei giorni scorsi («La Borsellino? Prima un programma») sembrano essere un segnale chiaro. Un segnale, forse un po' meno chiaro, verso gli altri due partiti del terzo polo, che nei giorni scorsi hanno invece deciso di appoggiare la candidatura della Borsellino. In tal caso il terzo polo abbandonerebbe la candidatura di Caterina Chinnici, attuale assessore regionale delle autonomie locali e della funzione pubblica, a meno di non voler aprire a scenari difficilmente praticabili come la spaccatura – solo a Palermo? - tra i tre partiti.
È chiaro, però, che una candidatura della Borsellino sostenuta dal partito di Di Pietro, provocherebbe automaticamente l'uscita di scena di Orlando. A meno che i due non si presentino insieme.
L'Idv fa il bis. Leoluca Orlando deve anche guardarsi da un avversario “interno” come Fabrizio Ferrandelli, capogruppo Idv a Palazzo delle Aquile che ha deciso di accettare la candidatura della società civile (attraverso la proposta dell'associazione “Palermo più”). Dalla sua Ferrandelli sembra avere più di una carta da poter giocare: la giovane età – ormai diventata una richiesta imprescindibile, ancor più importante di argomenti “tecnici” come la competenza e l'esperienza – la conoscenza della macchina burocratica ed il contatto diretto con la cittadinanza maturato in questi anni.
«Ringrazio tutti coloro che hanno fatto il mio nome», dice, «considero questa candidatura un vero e proprio riconoscimento per gli sforzi fatti in questi anni».
Andrea Intonti