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ROMA, 22 NOVEMBRE 2014 – «Il debito italiano è più sostenibile rispetto a quello della maggior parte dei paesi dell’Unione europea», scrive in una missiva inviata ieri a Bruxelles il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, in attesa di conoscere il responso sulla legge di Stabilità della Commissione europea guidata da Jean-Claude Juncker, che dovrebbe pervenire nella giornata di martedì prossimo.
La lettera, in particolare, è indirizzata al commissario europeo per gli Affari economici e monetari, Pierre Moscovici, e a quello all'Euro e al Dialogo sociale, Valdis Dombroviskis: «Il Governo italiano - si legge - è fermamente impegnato ad affrontare le radicate debolezze strutturali dell'economia ed è attualmente intento nell'applicazione di un'agenda di riforme vasta e di ampio respiro allo scopo di dare al Paese l'organizzazione istituzionale e le regole e gli incentivi più appropriati per stimolare la crescita, la competitività e l'occupazione».
Il ministro si dice «fiducioso» nel sostegno da parte delle istituzioni europee per il piano di riforme italiano, precisando che «la migliore strategia nella congiuntura attuale è implementare il piano del governo, che è in linea con le raccomandazioni volte ad aumentare la competitività del paese e a costruire le condizioni per la crescita futura».[MORE]
«I prossimi mesi - chiarisce Padoan - saranno cruciali da questo punto di vista. Il governo è determinato ad andare avanti con la sua agenda e sono convinto che, se la strategia sarà realizzata con successo, ci saranno benefici per l'economia italiana e per quella europea».
In merito alle misure da adottare, si sofferma invece sul capitolo delle privatizzazioni: «Vorrei ribadire l'impegno del governo italiano per il suo ambizioso programma di privatizzazione delle imprese e delle attività statali», sottolinenado che i proventi dovrebbero ammontare al 0,7 % del Pil nel 2015-2017.
Previsioni 2015
Per il titolare del Tesoro, «nel 2014 l'economia italiana registrerà un tasso negativo di crescita del Pil per il terzo anno consecutivo. Le prospettive per il 2015 - conclude - suggeriscono una ripresa molto timida e fragile. Come ben noto l'Italia, ha perso circa un decimo del suo Pil dall'inizio della crisi».
Domenico Carelli
(Foto: corriere.it)