Occitania, la nazione invisibile che val la pena di...vedere
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Valle Stura (CN) 21 giugno 2015 Un viaggio in un Paese che non c’è rappresenta un’esperienza sicuramente singolare. Un itinerario concreto e spettacolare - tutto in un Paese che non c’è - lo si può realizzare se si visita l’ Occitania. Quest’ultima è una nazione che di fatto “sulla carta” geografica politica non compare, ma nonostante ciò ha una sua cultura viva, delle tradizioni e un proprio linguaggio, tramandatisi da secoli. Essa ha anche infiniti paesaggi, dal sentore sia montano sia marittimo, in quanto va dalle nostre prealpi fino alla Catalogna, in Spagna. Il tutto attraverso ben tre nazioni “reali”, che riuniscono le decine di migliaia di "occitani" del XXI secolo: Italia, Francia e Spagna.[MORE]
Nel 2008 un nutrito gruppo di occitani ed amanti della loro cultura ha percorso a piedi tutta l’Occitania, dalla piemontese Vinadio sino a Vielha, nella spagnola Val d’Aran: 1350 km percorsi in 70 giorni, che hanno preso il nome di “Occitania a pè”. Un viaggio-imemrsione in una tavolozza di molteplici e vividi colori , dal violetto della lavanda al turchese, al paglierino, ocra e amaranto delle caratteristiche abitazioni, alle differenti tonalità di grigio delle rocce, al verde e marrone dei pascoli, alle cangianti tonalità dei cieli alpini, prealpini e costieri .
Il viaggio fu organizzato a favore dell’appello rivolto all’Unesco perché l’occitano divenisse Patrimonio immateriale dell’umanità. Tra i partecipanti all’iniziativa, vi era anche lei, Ines Cavalcanti, un’ energica signora nata a Elva in Alta Valle Maira, che ora vive a Roccabruna, un paese di fondovalle della Valle Maira. Entrambe località che sono , ovviamente, di cultura occitana.
Ines l’ho conosciuta – e poteva mai essere diversamente ? – durante il festival del social trekking tenutosi lo scorso febbraio a Bologna, annuale celebrazione del camminare come forma di conoscenza di sé stessi, del territorio e dei popoli che lo abitano. Ines è infatti una grande camminatrice, oltre che l’ “anima” dell’associazione filo-occitana Chambra d’Oc, la quale promuove il territorio di lingua e cultura occitana sia in Italia che in tutto il territorio d’oc transfrontaliero.
La Cavalcanti non ha dubbi riguardo al fatto che essere occitani significhi "essere parte di un popolo diffuso su tre stati, il quale anche senza avere una propria nazione condivide innumerevoli valori comuni. I valori trobadorici, ad esempio , vale a dire “Jòi”(gioia di vivere), “Parate” (lealtà, pari opportunità), “larguessa” (generosità)”. E poi c’è la lingua, sottolinea la Cavalcanti, una “ lingua comune con antiche origini , che è spesso stata un simbolo di libertà alle oppressioni”.
Il prossimo 21 agosto la cooperativa fiorentina WaldenViaggiapiedi proporrà un cammino di grande valenza culturale e ambientale di una decina di giorni, il quale ripercorrerà in parte quello “epico” effettuato nel 2008. Dalla italiana Valle Stura con i suoi tetti di paglia di segale si giungerà in Francia a Sisteron, porta della Provenza. Un percorso che valicherà le Alpi, le quali svetteranno per gran parte del tragitto sugli zaini dei camminatori. Il 18 settembre vi sarà poi un altro viaggio a piedi, più “soft”, ma sempre in territorio occitano, sempre della durata di una decina di giorni e sempre promosso dalla coop Walden. Quest’ultimo itinerario intersecherà in alcuni punti il cammino di Santiago, “mito” di tanti camminatori. Attraverserà sentieri di campagna costellati di cappelle e chiese campestri in stile romanico provenzale, costruiti con e nel calcare che è la pietra simbolo di un paesaggio assolato e battuto dal vento.
A rendere ancor più particolare le iniziative della cooperativa fiorentina, famosa per la promozione di un turismo responsabile e sostenibile, ci sarà la partecipazione del musicista Peyre Anghilante, altro occitano doc oltre che – naturalmente -…d’oc…, il quale nel 2008 ha personalmente progettato il menzionato percorso di quasi 1.400 chilometri dell’ “Occitania a pè”.
I viaggi a piedi nell’Occitania, proprio per le loro singolarissime caratteristiche, sono stati inseriti tra le “buone pratiche” internazionali in materia di valorizzazione delle lingue minoritarie del significativo e ambizioso progetto comunitario triennale S-M-I-L-E-. Il partenariato del progetto ha infatti ritenuto l’iniziativa occitana perfettamente in linea con i propri obiettivi di costituzione di una rete internazionale per la valorizzazione dei linguaggi meno diffusamente partati. Ha infatti visto in essa un efficace esempio di valorizzazione delle minoranze linguistiche e di uno sviluppo sostenibile legato al cammino, alla cultura e all’ambiente. A dimostrazione che - anche se politicamente non si vede – lo “stato” occitano si…”sente”.
Raffaele Basile
foto liberamente concessa in uso dalla Coop Walden