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MILANO, 30 APRILE 2015 - Alla vigilia dell'inaugurazione dell’Esposizione Universale milanese, la città che la ospita si è svegliata blindata, agitata nelle vie del centro dal corteo di centinaia di studenti - partito da largo Cairoli alle 10.00 - e antagonisti adunati per dire no ad Expo e al Jobs Act. [MORE]
Tra i manifestanti, anche numerosi stranieri, e un gruppo con cappucci e vestiti neri che ricordava i black-bloc, muniti di estintori carichi di vernice. Nel mirino il consolato turco e l'Expo Gate (sede dell'Esposizione in centro); muri di banche e negozi da imbrattare lungo il percorso, come la sede dell’Enel in via Broletto; vetrine da infrangere; striscioni (esemplare, quello con la frase «Grande evento uguale grande bufala. No Expo: un altro mondo è possibile») e ancora, fumogeni, uova, sassi e petardi, che hanno scandito momenti di tensione, culminati nell’attacco alla sede dell'agenzia di lavoro interinale Manpower, in viale Majno. Inevitabile l’intervento degli agenti di polizia per scongiurare forme violente di protesta. Un dispiegamento notevole quello delle forze dell’ordine, che hanno eseguito altresì vari blitz, come quello al centro sociale “La Mandragola”.
Allertati al massimo livello i sistemi di sicurezza preventiva: come ha dichiarato il ministro dell'Interno Angelino Alfano, nel corso di una intervista a A Rtl 102.5, «Saremo severissimi e durissimi nel fare rispettare il diritto di manifestare, ma anche nel fare rispettare il diritto di tutti gli altri di godersi questa grande opportunità per l'Italia». «Abbiamo bloccato personaggi che non erano manifestanti - ha aggiunto Alfano - ma volevano fare del male a Milano e all'Expo e speriamo di continuare così nei prossimi giorni, ammesso che ce ne sia bisogno».
Domenico Carelli
(Foto: repubblica.it)
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