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ROMA, 18 FEBBRAIO 2013 - Ci sarebbe anche l'italiano Silvano Trevisan, 69 anni, ingegnere originario della provincia di Venezia, tra i sette ostaggi rapiti in Nigeria. L'uomo, assente ormai da tempo dal nostro paese, sarebbe stato portato via da un commando di una trentina di uomini, pesantemente armato, arrivato a bordo di cinque auto, all'attacco della Setraco alle prime luci del giorno di ieri. [MORE]
Quest'ultima è un'azienda libanese, che si trova a Jama’are, 200 chilometri a nord di Bauchi, capoluogo dell’omonimo stato settentrionale nigeriano, ed è presente dal 1977 con una sussidiaria nigeriana, attualmente impegnata nella costruzione di una strada di 600 chilometri tra Kano e Maiduguri. La ditta non ha ancora commentato ciò che è accaduto, ma secondo alcune ricostruzioni gli uomini armati avrebbero fatto saltare con dell’esplosivo una parte del muro di cinta e ucciso una delle guardie.
L’agenzia francese Afp, riferisce che la paura più grande è che gli assalitori possano avere a che fare con alcuni gruppi radicali della regione, come Boko Haram molto attivo in quest’area, attualmente impegnati nel conflitto in corso nel nord del Mali e nel Sahel. Se queste voci fossero confermate, ci si ritroverebbe di fronte a un rapimento "politico". Nessun gruppo, finora, ha rivendicato l’azione ma si ritiene che non si tratti di uno dei tanti sequestri fatti a scopo di estorsione. Voci non confermate riferiscono che alcuni lavoratori internazionali, tra i quali anche due italiani, sarebbero riusciti a fuggire prima di che gli assalitori riuscissero a sequestrarli.
La Farnesina, che ha confermato il prelevamento del nostro connazionale, ha chiesto "il massimo riserbo" ed ha comunicato alle autorità nigeriane che la priorità assoluta dell'Italia è l'incolumità dell'ostaggio. Gli altri stranieri rapiti sarebbero un britannico, sebbene da Londra non sia arrivata ancora alcuna conferma, un greco e quattro libanesi, così come riferito da un portavoce della polizia nigeriana dello stato di Bauchi.
Tutte le attenzioni sono puntate su Boko Haram, ma i timori sul recupero degli ostaggi sono alti, anche perchè, poco meno di un anno fa, un altro ostaggio italiano, Franco Lamolinara, fu ucciso durante un blitz organizzato dalle forze speciali della Nigeria e del Regno Unito, che aveva per obiettivo la liberazione dell'italiano e di un cittadino britannico, anch'egli deceduto nell'operazione.
Aspettiamo il Consiglio Affari Esteri dell'Ue, in programma oggi a Bruxelles, per sapere se il ministro degli Esteri Giulio Terzi discuterà dell'accaduto con i colleghi europei.
(Foto dal sito tinmoi.vn)
Katia Portovenero