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Siderno (Rc), 9 mag. E' stato arrestato nella notte a Martone, da agenti del commissariato della Polizia di Stato di Siderno diretta dal Carmine Soriente, il 61enne Giuseppe Gallizzi attualmente latitante in quanto destinatario di una ordinanza di custodia cautelare in carcere nell'ambito dell'operazione "recupero". Gallizzi e' stato individuato in un casolare di campagna. [MORE]Sono in corso indagini per individuare anche presunti fiancheggiatori.Era latitante dal giugno del 2011 Giuseppe Gallizzi, 61 anni, di Gioiosa Ionica, arrestato nella notte da agenti del Commissariato di Polizia di Siderno e della squadra mobile di Reggio Calabria, a conclusione di un' attivita' investigativa coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria. Indicato come boss della vecchia 'ndrangheta della vallata del Torbido, l'uomo era colpito da una ordinanza di custodia cautelare per associazione per delinquere di stampo mafioso. Gallizzi, secondo l'accusa, fa parte dell'associazione mafiosa operante da anni sul territorio piemontese, con propri referenti nelle strutture organizzative presenti in Calabria (tra questi, Giuseppe Commisso detto "u mastru" di Siderno) e costituita, sempre secondo gli inquirenti, da nove articolazioni territoriali denominate. Non ha opposto resistenza all'arresto, anzi si e' complimentato con gli inquirenti. Giuseppe Gallizzi, il boss sessantunenne arrestato dalla Polizia, e latitante da quasi un anno, e' stato sorpreso all'interno di un appartamento ubicato al civico 38 di Via Bruno Buozzi, del Comune di Martone (Rc). Sull'abitazione che lo ospitava seguiranno ulteriori accertamenti volti all'identificazione del proprietario ed a risalire ad eventuali responsabilita' in ordine al reato di favoreggiamento.Boss della vecchia 'ndrangheta della vallata del Torbido Giuseppe Gallizzi era sfuggito all'arresto il 31 maggio 2011, nell'ambito dell'operazione antimafia denominata "Minotauro", che aveva portato all'esecuzione di 150 ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse nei confronti di esponenti dei gruppi criminali 'ndranghetistici inseriti nei "locali" piemontesi. Si tratta, secondo gli investigatori, di un personaggio carismatico e di notevole spessore criminale.
L'organizzazione di cui faceva parte il boss era caratterizzata dalla presenza per ciascun "locale" di organismi di vertice ("capo locale", "capo societa'", "mastro di giornata") e di affiliati subordinati; era ripartita in due compartimenti denominati "societa' maggiore" e "societa' minore" nonche' da un'articolazione territoriale denominata "bastarda", propaggine distaccata della "societa'" di Solano (Rc). Il latitante arrestato avrebbe svolto un ruolo rilevante nellle trattative per l'assegnazione del comando del "locale" di San Giusto Canavese, ed in particolare nell' avvicendamento tra Natale Romeo e Giuseppe Fazari. Anche in questo caso, come in quelli riferiti agli altri "locali", era determinante l'intervento delle massime cariche della 'ndrangheta che avevano tolto "il bastone" del comando a Romeo intorno al mese di marzo del 2008 per consegnarlo a Fazari.