Napolitano bis, Grillo: «è un colpo di Stato»
Politica Lazio

Napolitano bis, Grillo: «è un colpo di Stato»

sabato 20 aprile, 2013

ROMA, 20 APRILE 2013 - Mentre alla Camera si procede alla sesta votazione per l’elezione del Capo dello Stato si susseguono le manifestazioni di disappunto contro l’inattesa, quanto oramai probabile, rielezione dell’attuale Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. A tal proposito sono durissime le parole usate dal leader del Movimento 5 stelle Beppe Grillo nel suo blog: «Ci sono momenti decisivi nella storia di una Nazione. Oggi, 20 aprile 2013, è uno di quelli. È in atto un colpo di Stato. Pur di impedire un cambiamento sono disposti a tutto. Sono disperati. Hanno deciso – aggiunge – di mantenere Napolitano al Quirinale».[MORE]

Dichiarazioni, queste di Grillo, che assumono un peso specifico se aggiunte alle forme di protesta che in questo momento si stanno già verificando. Sono, infatti, tanti i manifestanti che, dalla notizia della possibile riconferma di Giorgio Napolitano come Presidente della Repubblica, si stanno ritrovando in piazza Montecitorio chiedendo a gran voce l’elezione di Stefano Rodotà. Quest’ultimo, da giorni, è rivendicato dai deputati e dagli elettori del Movimento 5 stelle, e non soltanto da loro considerati i voti trasversali che sono convogliati sul nome del professore durante le ultime votazioni, come l’unico in grado di rappresentare un vero cambiamento nella politica italiana.

Un politica nazionale che non può cambiare sempre secondo Grillo soltanto attraverso il M5S. Per tale ragione il leader dei grillini afferma: «è necessaria una mobilitazione popolare. Sarò davanti Montecitorio stasera. Rimarrò per tutto il tempo necessario. Dobbiamo essere milioni, Non lasciatemi solo o con quattro gatti. Di più non posso fare. Qui o si fa la democrazia – continua sempre Grillo – o si muore come Paese». 

Col passare dei minuti non si sono fatte attendere le forti reazioni di importanti esponenti politici. Stefano Fassina del Pd dichiara: «Grillo parla di golpe: smentisca e si scusi perché le sue sono parole incendiarie». Critiche sono anche le parole del leader Sel Nichi Vendola: «occorre misurare le parole, per non instillare veleno nel dibattito politico. Non è un golpe – aggiunge Vendola – o un’involuzione autoritaria, ma la nomenclatura che si allea».

Si è espresso anche il mancato Presidente della Repubblica Stefano Rodotà che da Bari, nel corso di un incontro organizzato dal quotidiano “La Repubblica”, dichiara: «ringrazio tutti quelli che pensano a me. Sono sempre stato convinto che le decisioni parlamentari possano e debbano essere discusse e criticate duramente, ma partendo dal presupposto che si muovono nell’ambito della legalità democratica. Sono sempre stato contrario alle marce su Roma».

Nel tentativo di aggiustare il tiro alle parole di Grillo il deputato 5 stelle Roberto Fico dice: «non è un golpe, ma la dittatura dei partiti. Una partitocrazia che non vuole cedere e che oggi si è manifestata nel modo più evidente. Loro non hanno interesse per i cittadini, sono auto-arroccati nei palazzi».

(Immagine da: repubblica.it)

Giovanni Maria Elia


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