Missoni, arriva SMS, i familiari: "Meglio rapito che morto". Il Jet era in attività da 45 anni
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SUMIRAGO (VARESE), 07 GENNAIO 2013 - I familiari di Vittorio Missoni, a bordo dell'aereo scomparso in Venezuela il 4 Gennaio, continuano a sperare che il figlio dello stilista venga ritrovato vivo, insieme agli altri tre italiani che si trovavano sul Jet.
Le ricerche si intensificano, ma non è stata ritrovata alcuna traccia del veivolo. Nella tarda serata di ieri, però, è stato reso noto che un SMS è partito dal cellulare di Guido Foresti, che si trovava sul bimotore, ed è arrivato a suo figlio. Si è trattato di un messaggio automatico della Tim, pervenuto dopo la scomparsa del veivolo dai radar: «Chiama ora. Sono raggiungibile».
Aumenta dunque il clima di speranza e spunta l'ipotesi del dirottamento. La sorella di Vittorio, Angela, ha spiegato ai giornalisti: «Meglio rapito che in fondo al mare. Speriamo che siano tutti e quattro vivi e stiano bene. Ci auguriamo anche che le ricerche vadano in tutte le direzioni». Bruno Ragazzi, il compagno della primogenita dei coniugi Missoni, ha aggiunto: «In momenti come questi ti da più forza aggrapparti a qualunque cosa, piuttosto che pensarli morti sott’acqua».[MORE]
Ad infittire il giallo dell'aereo scomparso, anche uno dei Tweet condivisi da Ottavio, il figlio più grande di Vittorio (che porta il nome del nonno): «Perché il nome del copilota è stato cambiato da Juan Fernandez in Juan C. Ferrer?».
Mentre i familiari di Missoni continuano a sperare senza perdere la fiducia, si riaprono oggi i cancelli dell'azienda, come annunciato dal Direttore generale Paolo Marchetti: «Sono aperte tutte le ipotesi. L’azienda riapre ed è come se Vittorio fosse con noi. Non si sa niente. La famiglia è in contatto continuo con la Farnesina. I signori Missoni sono provati, ma dimostrano una forza incredibile e non smettono di credere nel miracolo».
Riguardo alla scomparsa del Jet, molti italiani nutrono dubbi: alcuni sostengono che, in quelle zone, avvengano rapimenti, altri, più precisamente, citano il caso analogo del 2008, quando si persero le tracce del bimotore Let 410, ricordando che fu ritrovato nel mare venezuelano il corpo del co-pilota Osmel Alfredo Avila Otamendi, ma il cadavere non presentava acqua nei polmoni.
Tra i luoghi comuni ed i collegamenti con vicende similari, ciò che è certo è che tutto il Paese è in ansia per Vittorio Missoni. Sono poche le certezze su quanto accaduto, ma "Il Sole 24 Ore" ha dedicato un articolo all'aereo utilizzato, cercando di presentare ai lettori qualche concretezza tecnica.
Da quanto emerge dall'approfondimento giornalistico, il veivolo disperso a Los Roques era in attività da quarantacinque anni: troppi per un Jet.
L'l'Islander siglato BN-2A27 aveva effettuato il primo volo il 4 aprile del 1968. Gianni Dragoni, giornalista che ha firmato l'articolo, ha specificato: «Secondo i grandi costruttori, Airbus e Boeing, un jet può volare in sicurezza anche a 28-30 anni. Ma le grandi compagnie cercano di tenere l'età media delle flotte sotto i dieci anni, per la sicurezza e per risparmiare carburante».
Il vecchio veivolo risulta quindi non essere del tutto sicuro, ma rispettando il dolore e la speranza della famiglia Missoni, gli italiani aspettano a parlare di incidente e si augurano che presto arrivino buone notizie dal Venezuela.
(Foto del Jet scomparso, da LaPresse ed ilsole24ore.com)
Alessia Malachiti