Milano: è guerra tra cosche. Ucciso il boss Pasquale Tatone
Cronaca Lombardia

Milano: è guerra tra cosche. Ucciso il boss Pasquale Tatone

giovedì 31 ottobre, 2013

MILANO, 31 OTTOBRE 2013 - Pasquale Tatone si trovava presso un bar a Quarto Oggiaro, uno dei quartieri considerati più caldi di Milano dal punto di vista della criminalità, quando uscito e messosi al volante della sua Ford è stato ucciso con ripetuti colpi di pistola, una calibro 12 probabilmente. Un colpo anche alla nuca. Quarto Oggiaro è il quartiere da cui il boss Pasquale, di origine campana, controllava un ampio traffico di droga. Il quartiere della sua fortuna, adesso anche la sua tomba. 

IL FRATELLO - Tre giorni prima, il 27 ottobre, il fratello di Pasquale, Emanuele è stato ucciso insieme al suo autista, Paolo Simone, con un colpo alla testa sempre in zona Quarto Oggiaro. Emanuele però non era più un grande boss. Finito in carcere nel 1992 insieme ai suoi fratelli, Nicola, Mario, Pasquale e la madre Rosa, con lui anche la forza della famiglia si era chiaramente indebolita. A sentenziare la sua fine forse più il cognome che le attività criminali.[MORE]

IL BOSS – Pasquale invece no. Lui il traffico di droga voleva controllarlo e allora gli assassini si sono affiancati alla sua auto e hanno fatto fuoco. Sul posto è arrivato anche il pm Alessandro Gobbis. Adesso la riflessione verte su quale famiglia abbia deciso la fine sistematica dei Tatone e se ci sono le dinamiche di una vera faida tra famiglie.

LA FAIDA – Quarto Oggiaro non è un nuovo scenario per omicidi di stampo mafioso. L’ultimo, prima di quello dei fratelli Tatone, risale al 2009 quando ad essere ucciso fu Franco Crisafulli, di origini ragusane, uomo forte legato però a Cosa Nostra. La famiglia Crisafulli divenne ben presto potente nella zona soprattutto coprendo l’attività di spaccio che la famiglia Tatone non sembrava più riuscire a controllare.

QUARTO OGGIARO – La zona nord di Milano sembra essere la fotocopia umana di vicende già vissute. I cittadini in silenzio, fingono di sapere poco. In TV nessuno è disposto a parlare. Coprono il microfono con le mani e vanno via. Nel frattempo i famosi orti del quartiere, che poco producono ma che molto nascondono, si bagnano di pioggia. Mista a sangue.

Sergio Sulmicelli

(foto da ilgiorno.it)

 


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