Omicidio Melania Rea: Parolisi condannato a 30 anni nella sentenza d'appello
Cronaca Abruzzo

Omicidio Melania Rea: Parolisi condannato a 30 anni nella sentenza d'appello

lunedì 30 settembre, 2013

L'AQULIA, 30 SETTEMBRE 2013 - L'udienza odierna è terminata ed i giudici sono già chiusi in camera di consiglio per decretare la sentenza sul caso dell'omicidio di Melania Rea. Si decide, oggi, il futuro di Salvatore Parolisi, marito infedele accusato di aver ucciso la donna.

L'udienza è iniziata verso le ore 9.20 di questa mattina, con l'intervento del procuratore generale, Romolo Como, che ha ribadito la richiesta di condanna all'ergastolo con aggravanti. A seguito, è iniziata l'arringa del legale delle parti civili (la famiglia Rea), Mauro Gionni. Quest'ultimo ha presentato materiale filmato e fotografico per smontare le tesi della difesa.

Mauro Gionni ha mostrato un video che mostra Salvatore Parolisi sul luogo del delitto, mentre è intento a dondolare la figlia Vittoria, con gli stessi vestiti indossati la data dell'omicidio, il 18 Aprile. Inoltre, è stata presentata alla Corte una video-chat erotica tra l'imputato e l'amante, Ludovica Perrone. Infine, è stato mostrato un filmato del 20 Aprile, giorno in cui venne ritrovato i corpo di Melania Rea. In quest'ultimo video, vengono mostrate le macchie di sangue rappreso. Secondo la difesa, da lì deriverebbe l'impronta sullo chalet, ma per la famiglia Rea, si tratta di una prova che incastra Salvatore Parolisi. [MORE]

Mauro Gionni ha sostenuto che quell'impronta ha un'altra origine e, per rafforzare la tesi, ha spiegato che i Carabinieri della Scientifica si erano addirittura sporcati con quel sangue. Il legale delle parti civili ha anche motivato il video della chat erotica tra Salvatore Parolisi e Ludovica Perrone, spiegando che quella conversazione avvenne solamente quattro giorni prima della data in cui l'imputato spedì la lettera alla moglie. A dimostrazione che Salvatore Parolisi sarebbe stato bugiardo nei confronti di Melania Rea, per contrastare la missiva presentata dalla difesa, il legale Mauro Gionni ha sferrato un attacco documentato da atti di autoerotismo da parte dell'imputato e dell'amante.

Il legale delle parti civili ha poi affermato: «E' un momento difficile per la famiglia di Melania». Al termine della sua arringa, è terminata anche l'udienza, intorno alle ore 11.30. Intorno alle 16.00 circa, i giudici renderanno nota la sentenza, che potrebbe confermare l'ergastolo di Salvatore Parolisi, oppure accogliere la richiesta della difesa, di effettuare nuove analisi.

Nicodemo Gentile, uno dei due avvocati di Salvatore Parolisi, ha commentato: «Questo non è un processo da ergastolo. Qualora il collegio d'appello decidesse di confermare la colpevolezza di Salvatore, l'ergastolo sarebbe comunque una pena smisurata, che non terrebbe conto degli orientamenti di altri giudizi. Ci aspettiamo la concessione delle attenuanti e magari anche la cancellazione della crudeltà e quindi la pena sarebbe più umana».

Michele Rea, invece, fratello di Melania, si fa portavoce della famiglia, affermando che la conferma dell'ergastolo «Sarebbe un segno tangibile, un segnale al Paese per tutte le vicende di violenza sulle donne, e confermerebbe una linea dura sul femminicidio».

In attesa della sentenza - Diretta

ORE 20.35 - Salvatore Parolisi è stato condannato a 30 anni di reclusione per l'omicidio della moglie, Melania Rea. La sentenza è arrivata in ritardo, intorno alle ore 20.30. Ad emettere la sentenza è stata la Corte d'Assise de L'Aquila, che non ha confermato l'ergastolo, come richiesto dal procuratore generale Romolo Como, ma ha comunque inflitto una lunga pena all'imputato.

ORE 19.10 - Ulteriore ritardo: l'agenzia di stampa Agi riferisce che, secondo fonti non ufficiali, ma attendibili, la Corte potrebbe leggere la sentenza dopo le ore 19.30.

ORE 18.46 - Come preannunciato da Valter Biscotti, uno dei due legali di Salvatore Parolisi, la sentenza dovrebbe arrivare da questo momento in poi: «La cancelleria della Corte ci ha comunicato che la lettura della sentenza non ci sarà prima delle 18.30».

ORE 16.41 - Viene specificato che la chat hard tra Salvatore Parolisi e l'amante Ludovica Perrone, è avvenuta in segreto nel bagno della casa del padre di Melania Rea (quattro giorni prima dell'invio della lettera mostrata dalla difesa). La parte scritta della conversazione, avvenuta prima dell'avvio della webcam, è stata divulgata dal giornale "Il Centro" ed è disponibile sul sito del quotidiano, cliccando qui. Le già note conversazioni su  Facebook, tra i due amanti, avvenute nel Marzo del 2011, sono invece disponibili cliccando qui.

ORE 16.38 - La sentenza arriverà con un ritardo di due ore e mezza circa. Come ha fatto sapere la Corte, bisognerà infatti attendere fino ad almeno le ore 18.30.

ORE 15.59 - A breve dovrebbe arrivare la sentenza. Intanto, vengono rese note ulteriori affermazioni di Mauro Gionni, legale della famiglia Rea: «Rispetteremo quello che diranno i giudici. Sono state viste delle foto del cadavere di Melania.  Noi sosteniamo che la crudeltà non è il solo numero di coltellate, ma anche l'agonia infitta e quindi che non è stato dato in sostanza il colpo di grazia, perchè la povera Melania è morta per emorragia e quindi questo colpo con un coltello piccolo poteva essere dato al collo come ha fatto all'inizio l'assassino tentando di scannarla». Viene inoltre fatto sapere che la madre di Melania è uscita dall'aula quando sono state mostrate le fotografie del corpo della figlia.

ORE 15.46 - Emerge che, mentre l'avvocato delle parti civili, Mauro Gionni, mostrava il video della chat erotica tra Salvatore Parolisi e Ludovica Perrone, il legale ha dichiarato: «La lettera prodotta da Parolisi dimostra l'ennesimo tentativo di mentire, e conferma quello che abbiamo sempre pensato di lui e cioè che la sua professione è quella di mentitore».

ORE 15.16 - Mentre l'opinione pubblica esprime tramite i social networks le proprie idee su Salvatore Parolisi, emerge che l'avvocato delle parti civili, Mauro Gionni, ha dichiarato: «Abbiamo prodotto anche una lettera che Salvatore ha scritto alla sorella Francesca chiedendole di adoperarsi per l'affido della piccola Vittoria, che contrasta completamente con le dichiarazioni 'affettive' e di stima nei confronti della famiglia della moglie. Se da un punto di vista legale quello che conta è che venga confermata la sua responsabilità, capisco anche come la famiglia Rea punti alla conferma dell'ergastolo. Ma per me alla fine 25 anni o l'ergastolo non cambiano la responsabilità di Parolisi».

La difesa, invece, ha fatto sapere: «Abbiamo chiesto soprattutto un giudizio equilibrato che possa dare a Parolisi, qualora la Cote dovesse accedere all' ipotesi della colpevolezza, un pena anche giusta, una pena proporzionata anche al tipo di delitto, perche è stato un delitto d' impeto ed è giusto che venga valutato anche questo tipo di situazione. Abbiamo chiesto, appunto, una decisione giusta perche' quella di primo grado è stata una decisione molto di cuore e non di testa. L' omicidio d'impeto è sempre un omicidio ma toglie la premeditazione e significa che è stato un momento. Questa indagine e questo processo presentano dei punti oscuri, buchi neri li abbiamo chiamati: la Procura dice che il vilipendio è stato commesso il 19 mentre la sentenza afferma il 20. Abbiamo chiesto alla Corte di chiarire anche questo aspetto. Noi siamo convinti che il vilipendio è l'elemento più difficile da provare essendo certo almeno per la Procura che chi ha fatto l' omicidio ha fatto anche il vilipendio. Noi diciamo che Parolisi non ha compiuto l' omicidio perchè abbiamo la prova provata che il vilipendio non l'ha fatto».

(In foto Melania Rea e Salvatore Parolisi, con la figlia Vittoria. Da panorama.it)

Alessia Malachiti


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