Letta rifiuta le dimissioni dei ministri e Alfano dice sì alla fiducia: si rischia la scissione
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ROMA, 1 OTTOBRE 2013 - «Rimango fermamente convinto che tutto il nostro partito debba votare la fiducia a Letta». Queste le parole del segretario del Pdl Angelino Alfano alla vigilia del voto in Aula sul governo. Il presidente del Consiglio Enrico Letta ha nel frattempo respinto in blocco tutte le dimissioni dei ministri del Pdl.
Nonostante Alfano abbia più volte sottolineato lo spirito di unità e coesione vigente al momento nel partito, dichiarando che «nel Pdl non ci sono ci sono gruppi e gruppetti», l’ipotesi di una scissione appare sempre più probabile. Si parla infatti della creazione del Pdl-Ppe, un nuovo partito favorevole alla formazione di un patto di legislatura pro Letta fino al 2015.[MORE]
Lo stesso senatore Carlo Giovanardi conferma la concreta esistenza di questa ipotesi, dichiarando che «Abbiamo i numeri, siamo anche più di 40, e siamo fermi nel voler mantenere l’equilibrio di governo. Per questo voteremo la fiducia. Il problema dei numeri, al massimo, è degli altri». Alle affermazioni di Giovanardi, il coordinatore Sandro Bondi replica: «A questo punto, pur essendo convinto che la cosa migliore sia sfiduciare questo governo, voterò la fiducia solo se me lo chiedesse il presidente Silvio Berlusconi. Nessun altro».
Mentre proseguono senza sota i meeting e le riunioni per cercare di giungere ad un accordo fra le varie parti, giungono a sorpresa le dichiarazioni di Daniele Santanché: «Mi risulta che il segretario Alfano ha chiesto la mia testa come condizione per mantenere l’unità. Detto che ciò dimostra la strumentalità della protesta in corso da parte dei nostri ministri dimissionari, non voglio offrire alibi a manovre oscure e pericolose. La mia testa la offro spontaneamente al segretario Alfano, su un vassoio d’argento, perché l’unica cosa che mi interessa per il bene dei nostri elettori e dell’Italia è che su quel vassoio non ci finisca quella del presidente Berlusconi».
Dal canto suo, Silvio Berlusconi, consapevole del rischio di andare al voto con un partito dimezzato, starebbe riconsiderando l'idea di votare la sfiducia al governo Letta, a patto che vengano soddisfatte alcune condizioni, prima fra tutte l’interpretazione non retroattiva della legge Severino.
(fonte www.lastampa.it)
(foto www.newnotizie.it)
Elisa Lepone