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L’AQUILA, 9 MAGGIO 2013 – Massimo Cialente, il sindaco de L’Aquila, lo aveva preannunciato già il 6 maggio, quando aveva riconsegnato nelle mani di Napolitano la fascia tricolore affermando in una lettera ‹‹Riconsegno oggi nelle Sue mani, Signor Presidente della Repubblica, la fascia tricolore. Le comunico che lo abbiamo deciso come Giunta, che venga lo Stato a spiegare ai cittadini le sue logiche e le sue scelte›› e poi ha chiesto di abbassare tutte le bandiere della città per protesta. [MORE]
‹‹Mi rendo conto di aver fatto un' altra forzatura, con la protesta delle bandiere e restituendo la fascia tricolore››, ma il sindaco non si dispiace per l’accaduto, si aspettava delle scuse da parte dei rappresentanti dello Stato ai quali si è rivolto per i ritardi dei fondi, ma nulla è giunto e quindi ha deciso di rimuovere le bandiere. I sottosegretari alla presidenza del consiglio dei ministri Legnini e Patroni Griffi, il capo di gabinetto del ministro per la Coesione territoriale, Celotto e il vice ministro all’interno, Bubbico hanno chiesto a Cialente di avere fiducia, ma lui gli ha concesso una settimana.
I fondi che dovrebbero arrivare sono quelli stanziati nell’ex delibera Cipe 135 del dicembre 2012 che darebbero alla città 225mln, ma Cialente questa volta ha poca fiducia sulla promessa del loro arrivo entro lunedì o martedì della prossima settimana, ‹‹purtroppo, fin'ora, è capitato più volte che le promesse dei politici hanno cozzato con quelle dei vertici perché L'Aquila, evidentemente, ha dato fastidio; vediamo ora cosa succede. Sono convinto, però, che, se non partiamo con i cantieri entro giugno, allora la situazione si farà ancora più drammatica››.
Il prefetto dell’Aquila, Fracesco Alecci, si è già mosso contro Cialente con un decreto che lo invitava immediatamente a ripristinare le bandiere negli edifici aquilani e che la sua condotta sarà oggetto di valutazione in merito ad una possibile sospensione delle sue funzioni. Cialente, a tale decreto, ha replicato ‹‹ mi aspetto che il Governo Italiano, che certamente era a conoscenza di questo decreto di diffida e probabilmente ispirandolo, si assuma la responsabilità di rimuovermi da sindaco, oggi stesso o domani al massimo. Come si fa per i sindaci mafiosi››.
Erica Benedettelli
[immagine da ilcorrieredabruzzo.it]