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La città di Catanzaro vive il venerdi il Santo e si raccoglie intorno alla tradizionale processione dè La “Naca”.
La Naca è una processione penitenziale, che affonda le sue radici in tempi lontani, rivitalizzati nel “siclo de oro” della spiritualità spagnola, ma affonda tratti del rito anche nel periodo medievale. Essendo state proibite le “rappresentazioni” all’interno delle Chiese, subito dopo il Concilio di Trento, i fedeli iniziarono ad organizzare delle processioni al di fuori delle Chiese e quindi per le vie dei centri cittadini[MORE]
La Naca (il significato etimologico, di origine Greca, è quello di culla) è la tradizionale processione del Venerdi Santo. Dimostrazione che Naca sta per culla, lo si ritrova, oltre che nella struttura proprio della Naca, anche nel movimento dei portatori, il passo c.d. dondolante con cui viene amorevolmente portato il corpo di Gesù su questa lettiga. La Naca, adornata di lussuosi damaschi, raso, fiori e 4 bellissimi puttini alati, viene condotta per le vie del centro. La processione si attiene a delle vere e proprie regole, tramandate nei secoli, come ad esempio la formazione della processione, gli abiti, le croci e la presenza di fedeli che indossano gli abiti di Santa Rita da Cascia e di S. Antonio da Padova. I portatori sono rigorosamente scalzi ed alcuni hanno una fascia nera, in segno ovviamente di lutto per la morte di Cristo. Funerei e suggestivi i suoni delle trombe e dei tamburi.
La processione infonde un messaggio, in sintonia con il tempo liturgico, che invita a rinnegare se stessi, a prendere la croce e a seguire il Cristo sofferente, l’Agnello immolato che toglie il peccato dal mondo.
Ieri pomeriggio migliaia di fedeli hanno partecipato, in un pomeriggio dall’aria primaverile, a questa tradizionale processione che da tanti secoli ormai caratterizza la settimana Santa e la città di Catanzaro. Quest’anno la processione è partita dalla Chiesa del Rosario, nel cuore della città, ed ha visto riuniti i componenti delle quattro antiche confraternite catanzaresi del Ss. Rosario, dei Ss. Giovanni Battista ed Evangelista, dell'Immacolata e di Maria Ss. del Carmine, oltre che di tantissime autorità civili e religiose. Al suono di trombe e tamburi e accompagnata dai passi del Vangelo, pregni di fede e di alta spiritualità, la processione ha ripercorso le tappe della morte sulla croce di Gesù.
Le vie di Catanzaro, congestionate dalla presenza delle migliaia di persone, hanno accolto la maestosa processione, ed i fedeli hanno seguito con particolare attenzione tutte le fasi suggestive della Via Crucis. Ad attendere il figlio morto, la Madonna Addolorata, vestita di nero e con il cuore trafitto da sette spade. Tanta la commozione legata a questa antica processione del venerdì santo che regala emozioni, suggestioni e soprattutto spunti di riflessione sull’importanza della Pasqua. Oltre al significato spirituale che essa trasmette, si evidenzia anche un significato sociologico, legato all’identità culturale, storica di una Città ed alla suo spirito di appartenenza.
Mario Sei
Foto Giovanni Scarcella