L'Assessore Aiello interviene sulla Fondazione "Campanella"
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Catanzaro 20 luglio 2011 - L’Assessore regionale al Governo del Territorio Piero Aiello –informa una nota dell’Ufficio stampa della Giunta - è intervunto sulla problematica relativa alla Fondazione “Campanella”:“Leggo da più parti notizie allarmanti inerenti la Fondazione “Tommaso Campanella” e la sua probabile chiusura. [MORE]
A tal proposito – ha detto Aiello - vorrei precisare che, frutto di una illuminata idea, il Polo Oncologico, immaginando di ridare dignità ai pazienti oncopatici calabresi (ed alle loro famiglie), è nato ed è stato organizzato prima come sperimentazione gestionale e poi sarebbe dovuto diventare un IRCS, rispettando tutte le procedure che tale iter comportava.
Debbo ammettere che, nel corso degli anni, gli adempimenti dovuti sono stati rallentati ed i tempi si sono dilatati a dismisura. Ciò, però, non significa che la struttura non abbia esperito a dovere la “mission” per cui è nata; anzi si è distinta non solo per la grande professionalità di tutti gli operatori ma, anche, per la qualità dei progetti di ricerca presentati, alcuni dei quali oggetto di riconoscimenti nazionali ed europei. Non sfuggirà ad alcuno la grave situazione organizzativa che da più tempo interessa la sanità calabrese, ed ancor più le alte specialità, tra cui l’oncologia, nonostante il grande spirito di abnegazione messo in atto da tutti gli oncologi operanti sul nostro territorio. Non voglio dilungarmi oltre, scrivendo di mobilità sanitaria, di alterazione di costi per prestazioni oncologiche richieste fuori regione, di priorità tecnico-organizzative che dovrebbero essere valutate sulla base di specifiche competenze, di disagi a famiglie, molte delle quali non posso permettersi viaggi e soggiorni, oltre che particolari cure dispendiosissime.
Vorrei, invece, soffermarmi su alcuni aspetti essenziali, inerenti il diritto-dovere della politica di dare seguito alle prerogative demandatele dalla volontà popolare che, nel caso di specie, riguardano aspetti legislativi ed organizzativi che solo e soltanto alla politica competono, mentre i tecnici hanno il compito di rispettarli fino in fondo per il bene comune, tanto blaterato e poco attuato. Mi riferisco, per esempio, al fatto che nel piano di rientro è testualmente scritto che bisogna definire un percorso che in base alla normativa vigente o alla compatibilità del piano, conduca allla ridefinizione a regime dell’assetto giuridico della Fondazione”. (In nessuna parte del Piano di rientro si parla di chiusura). Mi riferisco, inoltre, al fatto che nei mesi scorsi il Presidente della Regione Scopelliti aveva individuato l’opportunità di spogliare la struttura delle UUOO non oncologiche e riassegnarle all’Azienda Mater Domini.
Ed altresì, mi riferisco alle tematiche proprie del personale per cui ci sono proposte e procedimenti che lasciano ben sperare; una per tutte potrebbe essere quella individuata dalla Regione Toscana, con Legge Regionale n° 85 del 2009, in una vicenda assolutamente analoga a quella della Fondazione “Campanella”, trattandosi di una Fondazione privata, la “Gabriele Monasterio”. L’assetto giuridico di tale fondazione è stato mutato da privato a pubblico. Il comma di legge che prevede questo non è stato impugnato dal Governo e non è stato cassato dalla Corte Costituzionale ed è entrato in vigore pienamente.
Ma ne esistono ancora altre soluzioni. A tal proposito, voglio ancora una volta cogliere l’occasione per ringraziare il Presidente Scopelliti perché, già in tempi non sospetti, ha dimostrato grandissima attenzione verso la Fondazione e più volte si è speso affinchè la struttura continuasse a garantire prestazioni di alta qualità per soddisfare le esigenze dei nostri concittadini più sfortunati. E’ stato grazie al suo impegno che si è ripristinato il dialogo costruttivo con la facoltà di Medicina, che è sfociato in un aumento di sessanta posti in più per i nostri giovani. Certamente, questa attività risulterebbe vana perché è incontrovertibile il legame tecnico–operativo Università– Fondazione. Nessuno si illuda: il venir meno dell’una inficerebbe, e di molto, l’attività dell’altra. Oggi ci troviamo, come classe politica che si rispetti e che guarda, prima di ogni cosa, a garantire una sanità a misura di cittadino-utente, ad un bivio: inseguire e subire gli eventi o anticiparli e governarli con una oculata attività programmatoria?
Affinchè ciò accada bisogna avere il coraggio di anteporre a tutto la dignità di riconoscersi in questa terra e con questa terra di Calabria, ovvero appiattirsi su scelte altrui che si sostituirebbero indegnamente ed arbitrariamente alla volontà del popolo.
Ebbene, sono certo che questa ultima ipotesi non si concretizzerà mai, conoscendo da anni Scopelliti, uomo e politico, al cui fianco continuerò nella battaglia di cambiamento del nostro sistema sanitario, rimanendo fermamente convinto che i suoi sacrifici ed il suo lavoro daranno risultati positivi”.o.m.