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TEL AVIV, 18 AGOSTO 2011 - “L'origine degli attentati terroristici odierni è Gaza. Agiremo contro di loro con tutta la forza e con determinazione”. Così reagisce Ehud Barak, ministro della Difesa israeliano, alla notizia degli attacchi contro dei veicoli israeliani, fra cui due bus di linea.
Il ministro non ha dunque alcun dubbio e punta subito il dito contro il territorio conteso.
Arriva subito la risposta di Hamas, tramite Ahmed Yussef, un suo dirigente politico, che, in un'intervista televisiva, ha affermato: “Non credo che Hamas sia coinvolto. Ma ad ogni modo noi li approviamo, perché sono stati rivolti contro soldati e sono sopraggiunti in un momento in cui Israele attacca Gaza quasi ogni giorno”.[MORE]
Più probabile è che la responsabilità sia di parte egiziana. Il clima burrascoso nel paese ed il vuoto di potere potrebbe infatti aver provocato un calo delle misure di sicurezza nella zona del deserto del Sinai, confinante con Israele. Secondo quanto affermato dall'autista dell'autobus, inoltre, gli attentatori apparivano come soldati egiziani, o almeno erano vestiti come tali.
Ed è infatti vicino alla frontiera con l'Egitto che il lanciagranate ed altre armi leggere a bordo di un'automobile hanno causato la morte di almeno 6 civili e di 5-7 militari ed il ferimento di 26 persone, secondo fonti non ufficiali.
Il numero di terroristi sembra essere di sette persone e, secondo la radio israeliana, sarebbero stati uccisi tutti in un conflitto contro le forze di sicurezza verificatosi in seguito all'attentato.
La notizia ha fomentato il clima di paura da entrambi i lati: le autorità israeliane hanno disposto lo stato di allerta in tutto il Paese e sulla zona prosegue fitto il pattugliamento, mentre a Gaza gli accampamenti militari di Hamas vengono evacuati nel timore di un'aggressione.
Marta Lamalfa