Intervista esclusiva a un "vigile antisommossa" di Milano
Editoriale

Intervista esclusiva a un "vigile antisommossa" di Milano

martedì 19 luglio, 2011

Non sai mai chi puoi incontrare in un forum musicale. Mentre mi aggiravo per la rete, infatti, mi sono imbattuto in alcune dichiarazioni di un utente, un vigile, che inveiva contro i suoi colleghi delle squadre antisommossa, definendoli dei "Rambo".


Approfondendo l'argomento, mi ha raccontato che anche lui si è trovato in molte occasioni a occuparsi di situazioni a rischio (pur non facendo parte del corpo adibito a tale mansione ed essendo un semplice vigile) a causa della scarsità di personale delle Forze dell' Ordine.[MORE]


Così, sempre più incuriosito, ho chiesto e ottenuto una shockante e ricca intervista. Per questioni amministrative e personali dell'intervistato, non ci è consetito rivelare il suo nome e le risposte verranno pubblicate a puntate, che saranno selezionate in base all'argomento.


Oggi potrete leggere l'introduzione e i meccanismi generali che regolano la scelta di chi farà parte dei poliziotti antisommossa.

Allora, Andrea, precisamente tu non sei un poliziotto antisommossa, vero? Ci puoi parlare del tuo lavoro e delle motivazioni che ti hanno spinto a sceglierlo?


Buongiorno a te ed a tutti i lettori di InfoOggi. Il mio vero nome non è Andrea ma non sono stato autorizzato ad identificarmi né tanto meno a pubblicare una mia foto. Devo rispondere alle Tue domande come privato cittadino e non come Agente. Hai ragione, non son un poliziotto antisommossa e ci tengo a non esserlo.

Faccio il Vigile di Quartiere a Milano, in pratica il PR della Pubblica Amministrazione. Mi hanno assegnato un'area ed all'interno di questa faccio il libero professionista. Giro in bicicletta con il mio socio ed ogni qualvolta notiamo o ci segnalano qualcosa di anormale, dalla macchina probabilmente rubata, alla discarica abusiva, al cartello illeggibile, al vicino rumoroso, interveniamo per riportare, nei limiti del possibile, la situazione alla normalità.

Capita però che quando avvengono eventi come manifestazioni, cortei, comizi, concerti o partite il personale che compare alla voce “servizi esterni vari” sia insufficiente ed allora vengo dirottato verso questo genere di incarichi. Però ormai sono passati oltre dieci anni dalla mia assunzione e quindi mi capita sempre più di rado di trovarmi scritto sul tabulato dei turni “18:00 – 00:45 Servizio d'ordine Stadio Meazza – Trasferta...”


Perché ho fatto il Vigile? Beh, sinceramente ero uno studente universitario che a 23 anni ha capito che la laurea non era un punto d'arrivo che mi avrebbe garantito un accesso
privilegiato al mondo del lavoro. Ho conosciuto dottori laureatisi a pieni voti che elemosinavano un posto in un call center, praticanti trattati come schiavi e pagati una miseria, amici che cercano fortuna all'estero e poi tornano a casa con la coda fra le gambe... Ho visto che c'era un concorso e ci ho provato. Mi è andata di lusso, mi ero preparato bene ma non ci speravo. Quasi tutti, dagli amici, ai parenti, ai conoscenti, mi dicevano: - Ti sei scelto proprio un brutto lavoro, fai le notti, lavori in strada, lavori anche la domenica o a Natale... - Intanto io lavoro, al 27 di ogni mese mi accreditano uno stipendio sul mio conto in banca e a 24 anni sono potuto andare a convivere con quella che ora è mia moglie, mentre diversi miei coetanei ancora adesso stanno annaspando fra un contratto a tempo determinato, un part time ed un progetto e vivono ancora in casa con i genitori. Vengo dalle campagne del Varesotto e quindi all'inizio non sapevo nemmeno esattamente quali fossero i compiti di un Vigile a Milano. Poi mi ha coinvolto, mi è piaciuto fare il Vigile di Quartiere ed adesso è dal 2002 che svolgo questo tipo di servizio. Il capo della Giudiziaria mi odia, dice che sono troppo assistente sociale e troppo poco agente di polizia.


 Sappiamo che per fare l'antisommossa ci vuole un addestramento particolare.
Come mai ti sei dunque ritrovato a occupartene? In quali episodi hai lavorato?


Faccio palestra, vado a correre, ero campione di judo, ho fatto il buttafuori, peso quasi un quintale. Quando c'è bisogno anche solo della presenza, mi chiamano, faccio la mia bella porca figura. Se ci va bene basta incutere timore facendo le facce cattive per indurre la gente a ragionare con la testa anziché con le mani. Il corso di aggiornamento in tecniche operative di difesa personale lo facciamo tutti, per cui i nostri istruttori ci hanno potuto valutare e sanno consigliare ai nostri capi chi può effettuare uno step successivo ed affrontare un corso avanzato. Anche io l'ho fatto, ma non mi è piaciuto.

Ho sempre considerato quello del vigile più un lavoro “di concetto” che “da manovale”, un lavoro dove bisogna usare più il cervello che i muscoli.


Ricordo un episodio al corso d'uso del manganello che mi ha fatto riflettere: dopo averci insegnato le tecniche sia d'attacco che di difesa l'istruttore ci ha fatto disporre su due righe, gli uni di fronte agli altri. - Quelli alla mia destra attaccano, quelli alla mia sinistra si difendono. - Un ordine semplice, comprensibile a chiunque... e invece no! In due hanno capito o deciso che dovevano entrambi attaccare e si sono tirati a vicenda una bella manganellata. Si sono guardati in cagnesco ed è scoppiata la rissa. No, non fa per me.
Preferisco continuare a lavorare con il mio socio che con un mastino rabbioso.


Ricordo la rivolta dei cinesi in Paolo Sarpi, il concerto della Kascina Torchiera di fronte al Cimitero Maggiore, l'occupazione della scuola media di via Brivio, alcune “brutte” partite di calcio, lo sgombero della baraccopoli di via Siccoli, di vari campi nomadi... tranne che durante Milan Roma di alcuni anni or sono, si è sempre risolto tutto senza inutili mazzate e spargimenti di sangue.

Arrestammo un teppistaccio che voleva a tutti i costi immolarsi in  nome di non mi ricordo quale causa. Gli ho detto, in tono garbato e gentile: << Lei è da solo mentre noi siamo in sette, più preparati e meglio armati di Lei. La dobbiamo arrestare, che Lei voglia oppure no. Che fa, posa quell'arnese e si fa ammanettare senza opporre resistenza oppure dobbiamo prima “ammorbidirla”? >> Il tizio, dopo averci pensato su alcuni
secondi, ha saggiamente optato per la prima opzione, ha poggiato a terra la spranga, ci ha
porto i polsi, lo abbiamo ammanettato e ce lo siamo portato via senza colpo ferire.
Rammento lo sguardo d'odio nei miei confronti di uno dei colleghi, che voleva a tutti i costi
macellarlo
. Ho temuto di dover intervenire CONTRO DI LUI.

Durante Milan Roma sono finito in mezzo ai lacrimogeni senza avere alcuna protezione. Danno una sensazione
davvero schifosa. C'è ancora un po' di spazio/tempo? A proposito di cose schifose... Mi è venuto in mente che una volta, tanti anni fa, quando i telefonini non facevano ancora le fotografie, sennò addio, a quest'ora farei il netturbino, ho disperso una piccola folla minacciandola con il tubo di un camion degli spurghi: << Lo sapete benissimo che non avrei mai il coraggio di sparare a qualcuno di voi, ma... di inondarvi tutti quanti di merda ancora tiepida, oh, sì, questo sì che lo farei, e mi divertirei anche un mondo a farlo! Coraggio, ragazzi, chi vuole essere il primo? Chi vuole tornare a casa coperto di liquame?>>


Sinceramente non sapevo minimamente come azionare quell'affare, ma nessuno ha voluto rischiare e siamo tornati a casa tutti incolumi. Quello che puzzava di più alla fine ero io. Mi hanno caricato dietro, come se fossi un arrestato. Che bei ricordi!


Qual è l'opinione di un lavoratore esterno sul corpo antisommossa? Sai in base a quali criteri sono selezionati gli agenti che ne fanno parte regolarmente?


Oddio, devo riuscire ad essere imparziale... hanno tanto fegato e poco cervello. Vengono scelti in base alle loro caratteristiche psico fisico attitudinali. Tutti cominciamo come semplici viabilisti, tutti facciamo girare gli incroci e diamo le multe. C'è poi chi è affetto da “impeto sanzionatorio”, quelli, i cosiddetti “bastonatori sociali”, che a testa bassa scrivono verbali su verbali, massacrando indistintamente la popolazione, spesse volte finendo a muso duro coi cittadini. Colleghi che ad ogni piè sospinto chiedono ausilio perché la gente li vuole menare. In ufficio verbali ho sentito uno di questi Rambo digrignare tra i denti: << Voi non capite un cazzo! I cittadini vanno PUNITI! >>

Tre settimane dopo, questo collega, con un'anzianità di servizio veramente ridicola, è stato trasferito al nucleo operativo. Mi è capitato di lavorare con uno che ogni tre minuti ripeteva frasi del tipo: - La gente andrebbe tutta presa a calci in culo. - oppure – Bisognerebbe sparargli un colpo alla nuca -... Altro
candidato buono per il Reparto o un Nucleo.

Una volta approdati a questi reparti speciali i colleghi vengono vestiti con un'uniforme diversa, la cosiddetta “tuta operativa”, e qui cominciano i guai: mentre prima mangiavamo nello stesso piatto, ora ti squadrano dall'alto
in basso come se tu fossi una merda e loro i fichi della situazione, a volte non ti rivolgono nemmeno più il saluto. Vengono pompati e gasati, una cosa tipo Full Metal Jacket: - VOI siete l'élite, VOI siete i migliori, l'Amministrazione ha investito su di VOI e VOI non dovete deluderla! -


...E ci tengono a non deluderla! Con i pochi mesi di anzianità di servizio che si ritrovano, se osano trasgredire agli ordini ritornano in tempo zero a prestar servizio presso i Comandi di Zona e lì altro che pattuglie in borghese, tutti col buscione in testa a far girare il traffico in circonvallazione!

Per lo stesso motivo sono ricattabili: o FAI questo servizio, volente o nolente, o te ne torni in Zona. Di solito sono molto giovani e non hanno ancora famiglia, quindi per loro non è un problema farsi ore ed ore di straordinari con tanto di reperibilità e trasferte. Anzi, tutti quei soldi in più in busta paga fanno comodo e, oltre un certo livello, diventano come una droga, fanno girare la testa, non se ne può più fare a meno.


I gas lacrimogeni usati dalle forze di polizia italiane sono stati banditi in molti altri paesi europei, o comunque usati solo in azioni nelle quali è coinvolto l'esercito, in quanto cancerogeni e dannosi anche per chi è protetto dalle maschere antigas (che fornirebbero un riparo di soli cinque minuti). Cosa pensi sul loro impiego? Sono davvero necessari?


Sinceramente non credo che quelli attualmente utilizzati siano ancora cancerogeni: lo scopo di un gas lacrimogeno è quello di far scappar via la gente a gambe levate nell'immediatezza dell'evento, non quello di fargli venire un tumore fra dieci anni.

Infatti le maschere forniscono una protezione limitata nel tempo proprio perché gli effetti del gas devono svanire quasi subito e comunque non espandersi su di un'area non interessata dagli scontri. In comando è girata voce che sia stata testata una nuova molecola urticante che durante il test, che consisteva in una spruzzata da una bomboletta spray dentro una palestra, abbia fatto scappare in dieci minuti tutti i presenti, poiché aveva reso irritante l'aria dell'intera palestra.

A che serve far piangere la signora affacciata al balcone due isolati più in là o i bambini che stanno giocando nel parchetto? Può darsi che la cancerogenicità di questi gas sia stata scoperta solo in un secondo momento e che ne sia quindi stata immediatamente vietata la produzione e la vendita, molto probabilmente in questo caso ci sarà anche un ordine di smaltimento delle scorte esistenti. A chi giova utilizzare un prodotto del genere? Chi ne pagherebbe le peggiori conseguenze sarebbero gli operatori di Polizia che lo utilizzano, in quanto i manifestanti facinorosi verrebbero a contatto con quel gas una tantum, mentre chi lo produce, trasporta ed utilizza sarebbe esposto ai suoi effetti nocivi per un periodo di tempo decisamente più lungo. Una class action nei confronti delle ditte produttrici di questo gas portata avanti da uno stuolo di Poliziotti e Carabinieri condannati a morte dal cancro sarebbe una vera catastrofe sia per la ditta produttrice che per chi ha preso l'appalto per la fornitura.


Sulla necessità di utilizzo dei lacrimogeni ti dico che sì, a volte sono indispensabili per raffreddare gli animi e servono ad evitare di raggiungere lo scontro fisico. Naturalmente se non c'è nei paraggi un camion degli spurghi!

 

Paolo Rebellato


Autore
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