InArt - Intervista ad Alessio Deli
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InArt - Intervista ad Alessio Deli

lunedì 3 giugno, 2013

ROMA, 4 GIUGNO 2013 - L’ultima sfida dell’arte è il rispetto dell’ambiente. L’ha raccolta Alessio Deli (classe 1981), un artista che si sta facendo strada in un settore da esplorare – si è specializzato in scultura con il massimo dei voti all’Accademia di Belle Arti di Carrara. Le sue opere, rilettura contemporanea della classicità, si compongono di materiale povero, oggetti di recupero, rottami, insospettabili scarti del consumismo intercettati sulle frequenze dello smaltimento. Ruggine, forature ed altri elementi visibili di corrosione raccontano una storia senza complessi: un virtuoso riciclo creativo.

 Il finissage della sua personale “Re-Cycle” (18 aprile – 8 giugno), a cura di Michele von Büren, è previsto oggi pomeriggio (ore 18.30 - 21.30) presso RvB Arts, in via delle Zoccolette, 28. Una selezione di sculture figurative a grandezza naturale - tra cui “Big Warrior” (2013) - e altre di piccole e medie dimensioni - come quelle dedicate al “gabbiano”, icona della sua arte ecologica - affiancate da studi preparatori, dipinti e disegni, documenta il percorso artistico dal 2009 al 2013. Alcune opere rimarranno nel catalogo della galleria RvB Arts.

 Alessio Deli è inoltre fra i protagonisti della collettiva in corso (fino al 22 giugno) presso la galleria SMAC di Roma - in via Velletri, 30 - intitolata “Natura”, che approfondisce il rapporto dell’uomo con il creato, un tema reso drammatico dall’attuale degrado ambientale.

 

 Com’è nato il suo interesse per il recupero?
“Esso nasce durante l’esperienza - prima di tutto dalla forte umanità - che ho avuto come Docente di arte presso un carcere: i detenuti erano costretti a usare nel corso delle lezioni il poco materiale messo a loro disposizione, come la carta, i giornali, scatole di legno, oggetti semplicissimi (taglierini e lame di ogni sorta erano banditi perché ritenuti pericolosi!) che dalle loro mani venivano trasformati in qualcosa di meraviglioso. Da qui l’intuizione: il recupero come medium per la mia ricerca estetica. Da tempo nutrivo il desiderio di rinnovare alcuni linguaggi legati alla scultura contemporanea”.

 “Recupero” e “recuperati” dunque, un’esperienza dall’alto valore formativo e umano che le fa onore. Dove trova l’ispirazione?
“L’ispirazione è come l’amore… non si cerca ma arriva! Non ci sono momenti o luoghi per l’ispirazione… bisogna essere recettivi, avere le antenne sintonizzate, e la musa ispiratrice arriva! ....in una discarica, in macchina o al bar, è indifferente”.

 Materiali e colori preferiti?
“Per la scultura sicuramente il ferro e l’argilla, che seppur molto differenti l’uno dall’altro, grazie alla loro straordinaria duttilità materica e cromatica riescono entrambi a soddisfare il senso plastico dell’idea di scultura che più si avvicina alla mia sensibilità.
Come colore il verde rame, che nel tempo è diventato una specie di marchio sulle mie opere: questo colore è sempre presente… il verde ramato dà l’idea del tempo che passa e allo stesso modo mi ricongiunge alla mia terra fatta di vigneti e sudor di fronte!”.

 Dai mitra ai gabbiani, che ruolo hanno nella sua poetica?
“I mitra sono stati una piccola parentesi: in primis, un omaggio al grande artista italiano Pino Pascali, e in secondo luogo una protesta contro la guerra. L’arma realizzata con rottami, spazzatura, vuole significare che la guerra stessa è spazzatura, e come proferiva Giorgio Bocca, la guerra è spesso interesse di pochi ricchi ma combattuta e consumata soltanto dai poveri.
Il tema del gabbiano invece ha ricoperto gran parte della mia recente produzione artistica. Ne è in un certo senso divenuto il simbolo: il gabbiano, un volatile pur con una sua regalità, è costretto a nutrirsi di spazzatura per via dei disordini ambientali causati dall’uomo. Quest’anno ho realizzato oltre trenta “gabbiani”, e quindici di questi - insieme ad un enorme cumulo di spazzatura - da settembre saranno in esposizione permanente presso la raccolta civica di arte contemporanea di Bienno”.

 Mai senza…
“Una matita in tasca”.

 A cosa sta lavorando ora?
“Sto realizzando una serie di opere intitolate re-cycle, interpretazioni sul tema della bicicletta”.

 

(Immagini: su gentile concessione di Alessio Deli, un dettaglio di “Big Warrior”, 2013; “seagull # 24”, 2013; locandina della mostra “Re-Cycle”) [MORE]

Domenico Carelli

 


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