In piazza il 18 aprile contro i tagli alle rinnovabili
Cronaca Lazio

In piazza il 18 aprile contro i tagli alle rinnovabili

lunedì 16 aprile, 2012

ROMA 16 APRILE 2012 - I decreti sulle rinnovabili e il Quinto Conto energia sul fotovoltaico presentati negli scorsi giorni dal Governo non piacciono agli ambientalisti, alle associazioni e alle aziende di settore, che hanno indetto per il prossimo 18 aprile una manifestazione a Roma sotto lo slogan “Salviamo il futuro delle rinnovabili”. L'appuntamento è alle ore 11.00 in piazza Montecitorio per chiedere una modifica sostanziale dei provvedimenti governativi con i quali vengono attuati una serie di tagli agli incentivi per le energie rinnovabili.

Secondo Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente, i decreti sulle rinnovabili «sono una brutta sorpresa che rischia di avere un impatto devastante sul settore, con un brusco stop agli investimenti nel territorio italiano. Sarà impossibile, infatti, per famiglie e imprese avere certezza per i finanziamenti e, soprattutto, accesso al credito da parte delle banche». «I testi – aggiunge Zanchini - contengono impedimenti burocratici e barriere agli investimenti che avrebbero l’effetto di fermare i successi realizzati in questi anni in termini di produzione di energia pulita e di nuova occupazione. Purtroppo, si è scelto di abbandonare un modello ispirato alla Germania, semplice e con incentivi certi nel tempo, per passare a una infinita burocrazia, limiti agli investimenti annui per tutte le fonti e tutte le taglie di impianti, registri e aste, nuovi balzelli e fidejussioni bancarie».[MORE]

Nella nota con la quale si invitano cittadini e associazioni di categoria a partecipare alla manifestazione di mercoledì 18, Legambiente stila una lista di sette punti relativi a ciò che non va nei provvedimenti presentati in questi giorni dal Governo. Si riportano di seguito i sette punti evidenziati dall'associazione ambientalista.

1 - Porte chiuse al confronto. Malgrado annunci e promesse il Governo ha scelto di non ascoltare le associazioni delle rinnovabili prima dell’approvazione dei decreti. La conseguenza, purtroppo, è che i testi sono pieni di errori, previsioni impossibili, burocrazia inutile. Mentre si coglie con chiarezza la mano dei grandi gruppi energetici.

2 - Ennesimo rinvio per le rinnovabili termiche. Si attendono da settembre scorso i Decreti che dovrebbero permettere di avviare interventi che hanno enormi potenziali di risparmio energetico e di emissioni di CO2. Arriva invece un ennesimo rinvio, nonostante Passera avesse annunciato due mesi fa l’imminente approvazione di un provvedimento che avrebbe controbilanciato il sostegno dato alle rinnovabili elettriche e grazie al quale “saremo all’avanguardia in Europa”.

3 - Burocrazia per fermare gli investimenti. L’obiettivo di ridurre il costo degli incentivi in bolletta viene perseguito attraverso una strategia di “kafkiana” burocrazia. Sono introdotti limiti annui alle nuove installazioni, registri obbligatori e a pagamento (senza rimborso) per gli impianti anche di piccola taglia, aste per quelli grandi (con fidejussioni del 10%). In questo modo si aumentano i costi e si tolgono certezze.

4 - Tagli degli incentivi fino a -50% per gli impianti fotovoltaici. Penalizzati i piccoli. La riduzione media dal 1° luglio 2012 degli incentivi è pari al 35% e penalizza maggiormente gli impianti piccoli sui tetti, perché in proporzione questi hanno un prezzo meno legato alla riduzione dei costi delle tecnologie. Una diminuzione che accelera, però, ogni semestre, tanto che dal 2014 il valore potrebbe essere inferiore a quello di vendita dell’energia nel mercato elettrico. 

5 - Penalizzata la bonifica dei tetti in amianto. Il nuovo decreto cancella il bonus di 5 centesimi a kwh previsto dal 4° conto energia per chi sostituisce i tetti in amianto bonificandoli con pannelli fotovoltaici. Così, per un impianto da 1 MW la riduzione delle tariffe sarà di -50% rispetto a quelle precedenti. Un calo che cancellerà ogni investimento, e che rappresenta una vera beffa a 20 anni dalla messa al bando dell’amianto, in un Paese dove sono in attesa di bonifica circa 50mila edifici pubblici e privati e 100 milioni di metri quadrati di strutture in cemento-amianto.

6 - Promesse impossibili per lo sviluppo al 2020. Sono talmente tante le barriere agli investimenti e così bassi i tetti annui previsti per ogni fonte rinnovabile che gli obiettivi europei al 2020 diventano irraggiungibili.

7 - Rinvio retroattivo dei pagamenti per i Certificati Verdi. Il decreto ha introdotto anche un rinvio dei rimborsi alle imprese per produzioni elettriche effettivamente già immesse in rete negli anni passati, togliendo così ulteriori certezze alle imprese di eolico, biomasse, idroelettrico. Il tutto motivato con ragioni di cassa, ma con la conseguenza di mettere in crisi le imprese e gli accordi con le banche.

(foto da www.legambiente.it)


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