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PALERMO, 17 OTTOBRE 2011 – Le elezioni ci saranno solo nella prossima primavera, ma la campagna elettorale sembra già essere entrata nel vivo.
Si scaldano i motori (partitici) a Palazzo d'Orleans, dove la parola d'ordine sembra essere solamente una: “governo politico”. La richiesta arriverà, formalmente, attraverso la mozione di sfiducia che nei prossimi giorni verrà presentata da Popolo della Libertà, Forza del Sud (FdS) e Popolari Italia Domani (Pid) che fa seguito alla sfiducia presentata nei confronti dell'assessore regionale alla Sanità Massimo Russo. [MORE]
«Lealmente appoggiamo Lombardo, ma gli chiediamo uno scatto di qualità, un governo politico, in grado di dare risposte più incisive sui temi del lavoro, della sanità, delle opere pubbliche, dei fondi comunitari, della cultura e del turismo. Noi siamo al fianco del governo regionale ma pungolo per una svolta di efficienza e rapidità» ha commentato Francesco Rutelli a margine dell'incontro organizzato nella sala convegni dell'Hotel delle Palme per presentare le adesioni all'Alleanza per l'Italia (Api), il partito fondato nel novembre 2009 che ha portato l'ex sindaco di Roma dalle posizioni di centro-sinistra del Partito Democratico ad una vera e propria alleanza al centro con Futuro e Libertà e l'Unione di Centro per la creazione di un Terzo Polo che «in Sicilia, visto il consenso che sta ottenendo il Movimento per le Autonomie, è già il primo partito».
«Accolgo con favore l'ipotesi di un governo politico avanzata in queste ore da Fli, Udc e Api» ha commentato Raffaele Lombardo, che ha comunque sottolineato come «il governo politico però non ha solo bisogno dei numeri, ma soprattutto di una maggioranza che abbia una vera volontà riformista». In merito proprio al Terzo Polo, il presidente della Regione ha tenuto a togliersi un sassolino dalla scarpa. «Dovremo verificare attentamente», ha infatti commentato, «la visione riformista di quegli esponenti terzopolisti che sulla mozione all'assessore Massimo Russo si sono espressi con comportamenti e dichiarazioni indegne rispetto a una riforma della sanità che ha abolito gli sprechi e i privilegi, e che è impegnata a riportare sul binario dell'efficacia e dell'efficienza, a lungo smarrite, la politica sanitaria regionale».
Se centro e centro-destra sembrano aver abbandonato il progetto “tecnico” di Lombardo, dal Partito Democratico non arrivano certo parole di solidarietà. Sono addirittura le alte cariche romane a dettare la nuova linea, con in prima linea Rosy Bindi, secondo la quale «il Pd ora ha l'obbligo di candidarsi alla guida della Regione. E per farlo non può portarsi appresso le ambiguità di questa stagione. Quella del gruppo parlamentare dell'Assemblea regionale, è bene ribadirlo, non è la linea del partito». «L'appoggio a Lombardo», ha concluso, «può far nascere una questione morale». L'ennesima, verrebbe da aggiungere guardando alle cronache del recente passato del partito, che sempre più sembra essersi incamminato verso la via della scissione.
Proprio i democratici – attualmente in giunta con Lombardo - potrebbero ritrovarsi a svolgere un ruolo fondamentale nell'affossare il governo tecnico. Per raggiungere la maggioranza necessaria a sfiduciar il presidente ed i suoi uomini, infatti, il centro-destra (che all'Assemblea regionale ha 30 parlamentari su 90) avrà bisogno proprio di rivolgersi alla maggioranza. «I partiti che sostengono Lombardo sono allo sbando» - dice Innocenzo Leontini, capogruppo Pdl all'Ars - «Il capogruppo dei democratici Antonello Cracolici propone il governo politico, mentre Fli lo boccia ed all'interno dello stesso Pd ci sono deputati che chiedono di togliere il sostegno al governatore, mentre il terzo polo ha deciso di correre da solo alle prossime amministrative, mollando, di fatto i democratici. C'è una situazione di estrema confusione che sta danneggiando la Sicilia e i siciliani».
Andrea Intonti