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ROMA, 22 MARZO 2013 – Dopo il colloquio con il leader del Pd, Pier Luigi Bersani - che oggi alle 17 è salito al Quirinale - il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha dichiarato: «Si apre oggi una fase decisiva per dare all'Italia un nuovo governo sulla base dei risultati elettorali. L'incarico che sto per dare è il primo passo di un cammino per il raggiungimento dell'obiettivo che deve portare al più presto alla nascita di un esecutivo per una normale e piena attività legislativa».
Napolitano, ha proseguito spiengando le ragioni che lo hanno portato a tale decisione:«Ho conferito, in continuità con eloquenti precedenti, all'onorevole Bersani l'incarico di verificare un sostegno parlamentare certo, a un governo che abbia la fiducia delle Camere». Poi, il presidente della Repubblica ha replicato ad alcune critiche che gli sono state sollevate: «Reagisco a certe affermazioni infondatamente polemiche su presunte lentezze italiane», puntualizzando che si sta procedendo con «ponderatezza e con "equilibrio e nei tempi regolari considerando che per formare il nuovo governo Israele ci ha messo ad esempio 55 giorni».[MORE]
Il capo dello Stato ha precisato che: «Dalle consultazioni ho tratto il senso di una larga condivisione. Diverse sono state le indicazioni per risolvere la crisi di governo e di aprire la discussione in Parlamento. Non si può ignorare la vastità e acutezza del malessere sociale, né l'insoddisfazione nei riguardi dei partiti. Di qui l'istanza di radicale cambiamento manifestata dal M5S, corroborato dall'ottimo risultato elettorale».
Napolitano, inoltre, ha evidenziato che: «Altre importanti forze politiche hanno espresso volontà di cambiamento attraverso riforme, avviate o attese - aggiunge il presidente -. Ma non tocca a me vagliare piattaforme programmatiche. A tutti credo di poter dire che è apparsa chiara la portata delle sfide. In considerazione di ciò, si è ricavata, da parte della coalizione guidata dall'on. Berlusconi ma anche da parte di altri, l'esigenza di un governo di vasta unione, che conti innanzitutto sulle due maggiori forze parlamentari, ovvero di grande coalizione. Ma le difficoltà sono rilevanti, per le antiche divergenze e contrapposizioni (con il Pd, ndr), che si erano attenuate con il sostegno al governo Monti. Divisioni per le quali sono rimaste bloccate proposte di riforma della seconda parte della Carta e della legge elettorale. Anche negli scorsi anni, caratterizzati dal bipolarismo, avevo chiesto larghe intese su scelte importanti, garanzie istituzionali, politica europea».
Dopo Napolitano, è stato Bersani a prendere la parola: «Io mi metterò al lavoro certamente con un primo necessario riferimento alle forze parlamentari, ma senza dimenticare i principali soggetti sociali. Comincerò da subito. Svolgerò questo incarico con la massima determinazione e anche ricercando quella ponderazione ed equilibrio a cui il presidente ha fatto riferimento e cercherò di corrispondere a questo incarico nel solco delle parole che avete ascoltato dal presidente Napolitano».
Il leader del Pd ha poi precisato che, «Nell'incontrare le forze politiche -spiega Bersani- cercherò di andarci con le idee piuttosto chiare: con poche parole ma con delle intenzioni precise sui pecorsi di riforma. Certamente i percorsi di riforma devono riguardare il sistema politico. E ci andrò, però, naturalmente, con delle mie idee».
Immediata la reazione del Movomento 5 Stelle che, attraverso Vito Crimi, capogruppo a Palazzo Madama, ha ri badito il “No” a Bersani:« Una fiducia in bianco a gente come Bersani».
(fonte: Ansa, La Repubblica)
Rosy Merola