Gabriel García Márquez  compie 87 anni
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Gabriel García Márquez compie 87 anni

giovedì 6 marzo, 2014

MACONDO, 6 MARZO 2014- Sono ben ottantasette gli anni vissuti, “e raccontati”(1) , del celebre scrittore premio Nobel Gabriel García Márquez.

Nato ad Aracataca, da ragazzo inizia studiando giurisprudenza e scienze politiche. Ma presto abbandona quel mondo per avvicinarsi alla sua più grande passione: la scrittura ed il cinema.
Strano come lo studio delle scienze politiche non abbia interessato uno dei più grandi giornalisti sud americani d’impegno politico…[MORE]
Ma la biografia di Gabriel García Márquez potete trovarla ovunque, anche su Wikipedia.
Oggi si parla di Gabo.

La sua intera vita letteraria è stata segnata dalla sua storia personale: il rapporto con una madre inesistente, un nonno colonnello, ed una nonna sempre presente ed affetta da “telepatia senza fili”(2) .
Ma Gabo ha sempre vissuto il suo essere giornalista e scrittore come una necessità, anzi, come una sorta di condanna. Non poteva fare altro perché non sa fare altro. Affermava nel 1972, durante la cerimonia per il conferimento del II premio internazionale di narrativa R. Gallegos per Cent’anni di solitudine (curiosità: tra i membri della giuria vi era Mario Vargas Llosa), che non si è scrittori per merito “ma per la disgrazia di non poter essere altro” e che tale lavoro non merita più ricompense e più privilegi di un calzolaio che fa le sue scarpe.(3)

Parla lo scrittore che vinse il suo secondo premio letterario (con La Mala Ora) consegnando il manoscritto senza titolo, avvolto e legato con una cravatta e non presentandosi alla consegna del premio per diffidenza.
Non per presunzione, ma per una sana diffidenza che lo portava a scrivere non per vincere, ma per “ineludibile bisogno”. (4)
Gabo ha sempre messo tutto se stesso, la sua vita, nei suoi romanzi. Mosso da uno spirito ironico perenne, nel 1980 scriveva dell’ansia che coglie lo scrittore(5) nei mesi che precedono l’assegnazione del Premio Nobel. Sempre nel medesimo anno si finge mago-matematico e si diverte a calcolare gli anni che passano tra la vincita del Nobel di ciascun scrittore, ed il giorno della propria morte. Nessuno viveva a lungo...
Certo non credeva che solo dopo due anni dalla sua divertente, e matematicamente corretta, analisi sarebbe stato lui il vincitore del fatale premio.

Ma ora eccolo qui, a ottantasette anni suonati e la forza di un baobab. Si, le voci della sua malattia, l’assenza di sue nuove pubblicazioni, portano a pensare ad una salute precaria, ad un Márquez malaticcio e goffo. Ma la sua limpidità echeggia nero su bianco, la sua vitalità palpita negli occhi dei lettori che divorano i suoi libri ed entra in circolo come una sostanza stupefacente. Perché è lo spirito sud americano magico e colorato fatto carta, quell’ironica malinconia che intorpidisce come i ricordi d’infanzia di un post pranzo d’estate.

Questo è Gabo. Ed ha ancora tre anni per iniziare a regalarsi nuovamente notti d’amore e tenerezze…(6)

 

Valeria Nisticò


(1) Gabriel García Márquez, Vivere per raccontarla, Mondadori 2002
(2) Chiaro parallelismo con il personaggio di Ursula di Cent’anni di solitudine; G.G.M., Telepatia senza fili- Taccuino di cinque anni 1980-1984, Mondadori 1994
(3) G.G.M., Non sono venuto a fare discorsi, Mondadori 2010
(4) G.G.M., La disgrazia di essere uno scrittore giovane- Taccuino di cinque anni 1980-1984, Mondadori 1994
(5) Riferendosi a Borges; G.G.M., Il fantasma del Premio Nobel (2)- Taccuino di cinque anni 1980-1984, Mondadori 1994
(6) G.G.M., Memoria delle mie puttane tristi, Mondadori 2005

 


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