Economia italiana ultima in Europa
Economia Lazio Roma

Economia italiana ultima in Europa

venerdì 3 settembre, 2010

Che l’Italia non se la passi molto bene negli ultimi tempi non c’è bisogno che lo evidenzi nessun indicatore economico, basta vivere tra la gente, per molti italiani basta vivere e basta.
Eppure sembra che il nodo cruciale nel nostro Paese non sia l’economia, non sia il potere d’acquisto tra gli ultimi in Europa, non sia la disoccupazione, non sia la criminalità organizzata. Nonostante l’invito di un redivivo Presidente della Repubblica ad occuparci di economia, sembra che l’agenda politica e giornalistica sia catturata dai processi brevi, dai bilocali di Fini a Montecarlo, dalle ragazze di “papi Silvio”, dai nuovi patti sociali di Marchionne e la Fiat, che richiedono nuovi sacrifici, a chi i sacrifici li fa da sempre.

Ma tentiamo di analizzare qualche numero di una ripresa economica, che viene dopo una crisi che prima non c’era, poi era psicologica, poi esagerata dai media, poi gravissima ed ora finita.[MORE]
Secondo alcuni il PIL non è sufficiente a misurare il benessere di un Paese, un buon PIL non sarebbe equivalente a una vita “felice” per i cittadini. Qualcosa però il PIL la indica e comunque è sempre messo in mezzo quando la maggioranza di turno deve evidenziare una ripresa economica.
Allora nel primo trimestre 2010 il PIL italiano è salito del 1,1% rispetto allo stesso periodo 2009. Buono no? Siamo in ripresa. Certo. Solo che quello della Germania è salito del¬ 3,7%, quello dell’Austria del 2%, quello della Gran Bretagna, la più colpita dalla crisi, è salito del 1,7%. Persino il Portogallo, dato prossimo alla crisi stile Grecia, salvata per i capelli dall’ Unione Europea, è salito dell’1,4%, più di quello italiano. Magari qualcuno andrà peggio? Si: Spagna, Romania e Cipro.
Guardiamo i dati storici del prodotto interno lordo italiano:
• 1996 +2,1%
• 1997 +1,9%
• 1998 +1,4%
• 1999 +1,7%
• 2000 +3,6%
• 2001 +1,8%
• 2002 +0,3%
• 2003 +0,0%
• 2004 +1,1%
• 2005 +0,0%
• 2006 +1,9%
• 2007 +1,9%
• 2008 -1,0%
• 2009 -5,0
Non è entusiasmante di sicuro considerando che nel 2005, quando la crescita italiana era nulla, la Spagna cresceva del 3,6% , la Francia dell’1,3%, il Regno Unito dell’1,8%, l’Albania del 5%.
Solo un esempio del fatto che è da molti anni che l’economia italiana cresce molto meno degli altri Stati europei e la busta paga degli italiani, al netto delle tasse è tra le più basse di tutti i Paesi più avanzati.
Per crescere di più "l'Italia deve diventare produttiva e competitiva come la Germania". Lo ha detto all'Ansa il governatore di Bankitalia, Mario Draghi, impegnato a Seul in qualità di presidente del Financial Stability Board (Fsb) in una conferenza sulla riforma della finanza.
Purtroppo la Germania si occupa di economia, energie rinnovabili, stipendi e occupazione, ricerca e sviluppo. L’Italia dell’inno nazionale nelle scuole, dei trascorsi di Boffo e delle barche di D’Alema e Briatore.
 

Dati Eurostat, Istat


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