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MILANO, 03 OTTOBRE 2012 - Nell'ambito dell'inchiesta legata al dissesto dell'ospedale San Raffaele, il faccendiere Pierangelo Daccò, in carcere dallo scorso novembre, e' stato condannato con rito abbreviato a 10 anni di carcere. Le accuse a suo carico vanno dall' associazione per delinquere, alla bancarotta ad altri reati.
In pratica, Daccò è stato condannato al doppio della pena che era stata chiesta dalla Procura, ovverosia cinque anni e mezzo di carcere. Inoltre, il faccendiere è stato condannato a versare una provvisionale, immediatamente esecutiva, di 5 milioni di euro alla parte civile rappresentata dalla fondazione e dai commissari dell'ospedale che, al momento, si trova in concordato preventivo. Per quanto riguarda, invece, l'imprenditore Bezzicheri, nei confronti del quale il pm Luigi Orsi aveva chiesto tre anni di reclusione, il gup Maria Cristina Mannocci ha deciso di assolverlo "per non aver commesso il fatto". [MORE]
Ricordiamo che, secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, sarebbe stato creato un "sistema San Raffaele", al fine di creare fondi neri. In pratica, gli imprenditori che lavoravano in appalto per il gruppo ospedaliero sovraffatturavano i costi a carico del San Raffaele, per poi ridurre parte dell'importo maggiorato in contanti o attraverso bonifici bancari. Spettava poi a Daccò il compito di usare queste somme per creare fondi neri.
Dopo la sentenza del gup Maria Cristina Mannocci, il legale di Daccò,l'avvocato Giampiero Biancolella, ha commentato, "La sentenza potrebbe avere i piedi di argilla perché si é basata sugli stessi identici motivi per i quali la Cassazione ha rigettato la prima ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del mio assistito", aggiungendo che ci sono ancora 2 gradi di giudizio e annunciando che ricorrerà in appello.
Le motivazioni della sentenza saranno pronte entro 90 giorni.
(Fonte: Ansa)
Rosy Merola
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