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Cosenza, 10 giugno 2011 - Dalle prime ore dell'alba i carabinieri del Comando provinciale di Cosenza stanno eseguendo undici fermi di indiziati di delitto nei confronti di altrettanti presunti affiliati alla cosca Abbruzzese di Cassano Ionio, conosciuta come il clan degli zingari per l'etnia Rom di tutti gli affiliati. I fermati nell'ambito dell'operazione definita "Tsunami" sono accusati di associazione mafiosa, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, porto e detenzione aggravati di armi da sparo comuni e da guerra. [MORE]Il clan e' stato piu' volte duramente colpito nel passato prossimo e remoto con inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, che hanno portato anche a pesanti condanne.
Lo scorso 26 maggio i carabinieri hanno arrestato il presunto boss latitante, Nicola Abbruzzese, detto Semiasse, trovato in un bunker ricavato nell'abitazione dei genitori nella frazione Lauropoli di Cassano Ionio. In quello stesso giorno la corte d'assise di Cosenza condannava all'ergastolo il fratello, Francesco Abbruzzese, detto Dentuzzo, considerato dagli inquirenti un capo senza scrupoli. Stamattina, nel medesimo contesto operativo, il Commissariato della Polizia di Stato di Castrovillari ha eseguito un altro fermo nei confronti di dodicesimo affiliato alla medesima consorteria. I dettagli dell'operazione saranno chiariti alle 10.30 in una conferenza stampa nel Comando provinciale di Cosenza. L'inchiesta "Tsunami" ha tra l'altro appurato che il clan degli zingari stava stava pianificando un imminente attentato alla vita di un magistrato della Procura distrettuale antimafia di Catanzaro. Proprio per questa ragione, probabilmente, sono scattati i fermi e non sono state attese le ordinanze di custodia cautelare.