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Oggi il sacerdote Gesualdo De Luca risponde alla curiosità di Caterina da Brascia sullo scopo delle parabole.
D. Perchè Gesù parlava in parabole?Che scopo aveva? Grazie, Caterina da Brescia.
R. Ogni lingua ha dei modi propri e specifici per esprimersi: sono i generi letterali. Anche la Bibbia ha i propri generi letterari, come ad esempio le parabole (cfr. Mt 13), le allegorie (cfr. Gv 15 vite e tralci; pastore e pecore), le frasi idiomatiche (cfr. Mc 6,41 “cinque pani e due pesci”), le iperbole o esagerazioni (cfr Lc 18,25: “è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli), l’antropomorfismo, cioè attribuire a Dio tutto ciò che è sentimento dell’uomo (es: “Dio si pentì”).
Le parabole sono un discorso ad immagini, dove gli elementi hanno un corrispettivo reale: un seminatore uscì a seminare; tutti abbiamo l’esperienza della semina. Attraverso queste parabole ci viene illustrato il mistero del regno dei cieli. Se prendiamo ad esempio le parabole del capitolo 13 di Matteo, esse ci dicono che il regno nasce dalla seminagione della parola di Dio; ma ci dicono anche che nel regno c’è grano e zizzania, bene e male che non si possono separare adesso, ma alla fine del mondo; ancora si afferma che questo seme ha inizi piccolissimi (granellino di senape), ma cresce in maniera inesorabile perché è come il lievito messo nella pasta che la fa fermentare tutta. Inoltre, afferma il grande valore del regno perché è come il tesoro nascosto nel campo, come la perla preziosa; asserisce la sua universalità: è come una rete gettata nel mare che raccoglie ogni genere di pesci, sia i buoni che i cattivi e solo alla fine ci sarà la separazione di essi. [MORE]
Gesù parla in parabole, ma anche le spiega ai suoi, per la semplicità del linguaggio in esso contenuto. Ma si esprime in parabole anche per prudenza: di fronte alla cattiveria di scribi, farisei e dottori della legge, un discorso esplicito avrebbe potuto impedirgli di portar avanti la sua missione, a causa della loro volontà di fermarlo ed ostacolarlo ad ogni costo. Ad essi infatti, come dice Gesù stesso citando il profeta Isaia, la comprensione della rivelazione contenuta in esse era chiusa, a causa del loro cuore e della loro vita avvolta dalle tenebre; e tuttavia questo modo di rivelare i misteri del regno non avrebbe dato fastidio al loro giudizio severo e malvagio. Invece questo linguaggio avrebbe toccato i cuori dei piccoli e da essi sarebbe stato colto nel suo significato di salvezza e di rivelazione. Ci aiuti la Vergine Maria, Madre della Redenzione, ad accogliere con cuore docile e semplice quanto il Signore vuole rivelarci per la nostra pienezza di vita nel tempo e nell’eternità.
Sac. Gesualdo De Luca
Docente di Teologia Sistematica all’Istituto Teologico Calabro di Catanzaro e di Sacra Scrittura all’ISSR «Maria Mediatrice» di Catanzaro
Si ricorda che ognuno può porre i propri dubbi, i propri interrogativi scrivendo al seguente indirizzo di posta elettronica [email protected] . Si cercherà di fornire a tutti una risposta.