"Come ti spaccio la famiglia", gli immaturi in fumo tra le risate
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COME TI SPACCIO LA FAMIGLIA DI RAWSON MARSHALL TURBER, LA RECENSIONE - We’re the Millers, recita il titolo americano – come sempre troppo avanti rispetto alla squinternata traduzione nostrana. Ma nell’una e nell’altra scelta emerge il fattore “famiglia” come elemento qualificante di una divertente commedia, in cui il traffico di droga – anzi, il “contrabbando”, come precisano puntigliosamente i protagonisti – serve piuttosto a generare situazioni di pericolo in cui includere equivoci e qualche dosata trivialità. Il risultato d’insieme è apprezzabile, sia pure senza i fuochi d’artificio – tranne quelli del 4 luglio: siamo in America, d’altronde.[MORE]
David (Jason Sudeikis), piccolo spacciatore, perde un carico di droga per soccorrere il vicino adolescente, Kenny (Will Poulter), un po’ svitato, abbandonato dalla madre, a sua volta in aiuto di una ragazzetta scappata di casa, Casey (Emma Roberts), senzatetto con l’iphone. Per togliersi dai guai dovrà raddoppiare la posta, facendo passare un carico elefantiaco di hashish dalla frontiera messicana a quella americana su di un camper formato famiglia. Per non destare sospetti, la famiglia, finta, pensa di farsela davvero, coinvolgendo il ragazzo, la ragazza e Rose (Jennifer Aniston), la vicina di casa con cui è ai ferri corti – o con cui flirta, fate voi –, spogliarellista un po’ bisbetica, sfrattata e sfruttata in amore. Sono i Millers, dicono, ed il viaggio sarà a metà tra terapia di finta famiglia e fuga dai cattivi (messicani infuriati) e buoni (una docile famiglia col camper, col capofamiglia nell’Antidroga). Insomma, mission impossibile, o quasi.
WE’RE THE FAMILY - In principio era Weeds, a proposito di spaccio e famiglie disadattate, e se si vuole i vari filmetti su droga leggera e overdose di comicità surreale, tra Fratelli in erba, Parto col folle e via dicendo. Ma certo, Come ti spaccio la famiglia è più una commedia di equivoci para-familiari che di pseudo-spacciatori. le gag migliori si giocano sul terreno amletico, de-drammatizzato, dell’essere o non essere un nucleo familiare: la para-mamma e le para-sorella che insegnano all’adolescente le tecniche pomiciatorie, il non-marito e la non-moglie che per errore si trovano ad improvvisare i preliminari di una cosetta a quattro con i virginali vicini di camper (la vicina ha persino un vibratore), le preoccupazioni da pseudo-genitori di David e Rose quando Casey si fa abbordare da un capellone sballatone con tatuaggi d’imperfetta grammatica, persino il finto bebè, che altro non è che un pugno di panetti d’erba avvolti in uno straccio. La famiglia esemplare dei compagni di camper, d’altronde, è a sua volta una parodia: il padre duro, la moglie casalinga, la figlia che chiude gli occhi ed apre le labbra per il primo bacio, i giochi da campeggio... sembrano loro i freaks. Retorica ed antiretorica, dunque, con tanto di presa in giro su ragioni “estrinseche” di unione, come il patriottismo fumoso dei fireworks: anche in missione, bisogna assolutamente fermarsi per festeggiare il 4 luglio col botto. Eppure, in una scena analoga, i fuochi compaiono fuori contesto familiare: quando la “mammina” Aniston fa lo spogliarello davanti ai trafficanti di droga… anche questa è America.
AMERICAN APPLE PIE – Tra tempi delle mele e battutine pruriginose, alla fine si osserverà che la maggior parte delle battute trova sfogo nell’iperbattuto campo della sessualità. Le palle del giovanotto che si gonfiano tipo meloni quando morse da una tarantola, poi, fanno capire che non c’è alcuna esitazione ad attingere dal repertorio delle commediacce adolescenziali stelle e strisce. Ma il coming of age è di tutti e quattro, non solo di Kenny: sicchè, a ben vedere, sotto le mentite spoglie della commedia d’avventura si nasconde il sottofilone del road movie con viaggio di formazione di quattro immaturi. Peripezie e spezie afrodisiache condiscono più di un companatico: mentre ci si diverte e si fila con scorrevolezza tra inseguimenti e corse contro il tempo, tra lazzi e razzi, pur senza veri affondi, s’ironizza sulla middle class americana e su cosa sia normale, a volte in maniera pecoreccia, altre con più corrosivo cinismo (il passaggio alla frontiera con le revolverate agli immigrati: il Messico è terra di sombreri e di droga). Resta un interrogativo su Jennifer Aniston e sul perché un’attrice certamente versatile perseveri nel fare scelte professionali di questo tipo, che la inchiodano a certi stereotipi di mancata fidanzata: ma intanto fa il suo godibile, sporco lavoro, con tanto di lap dance.
Velleità inespresse da Modern family o American dad a parte, Come ti spaccio la famiglia di Rawson Marshall Turber funziona come commedia di trita ilarità, una middle class comedy che compie a meraviglia il proprio dovere di essere gradevolmente prevedibile e misuratamente scorretta.
USCITA CINEMA: 12/09/2013
GENERE: Commedia
REGIA: Rawson Marshall Thurber
SCENEGGIATURA: Dan Fybel, Rich Rinaldi
ATTORI: Jennifer Aniston, Jason Sudeikis, Ed Helms, Emma Roberts, Will Poulter, Molly C. Quinn
PRODUZIONE: BenderSpink, New Line Cinema, Vincent Newman Entertainment
DISTRIBUZIONE: Warner Bros. Italia
PAESE: USA 2013
Antonio Maiorino
Critico d'arte e di cinema
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