Caos primarie Pd Liguria, Cofferati lascia il partito: «In questa situazione non posso più restare»
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GENOVA, 17 GENNAIO 2015 - Sergio Cofferati lascia il Pd. «Non posso più restare in questo partito - ha affermato l'ex segretario Cgil durante la conferenza stampa -. In questa situazione, per rispetto ai cittadini che mi hanno votato, alle mia convinzioni e ad una parte importante della mia vita, in un partito che non dice nulla su quanto accaduto in Liguria io non posso più restare».
La sua immensa delusione era già emersa quando, nella tarda serata di domenica scorsa, le operazioni di voto delle primarie Pd, utili ad eleggere il candidato alla presidenza della Regione Liguria, erano ancora in corso. L’esito scaturito dalle urne parlava di una vittoria netta della candidata Raffaella Paita, ma di fatto il caso era già aperto con i comitati che appoggiavano l’ex segretario Cgil che presentavano ben 28 esposti. Quest’ultimi, presi in esame dalla commissione dei garanti di coalizione hanno portato all’annullamento, per evidente irregolarità, di 13 seggi su 300, per un totale di 3.183 voti, dei quali 2.204 a favore della Paita e 1.457 di Cofferati. Risultato la candidata Paita resta in testa ed, in barba ad ogni illecito, il caso è chiuso. E a scanso di equivoci lo stesso premier-segretario Matteo Renzi durante la direzione del partito affermava: «La discussione sulle primarie liguri per noi finisce qui».
Ed anche Sergio Cofferati, oggi, ha posto la parola fine alla sua esperienza all’interno del Partito Democratico. Un partito del quale è stato, come lui stesso tiene a ricordare, uno dei 45 fondatori. «Vi lascio immaginare con quale fatica sono arrivato a questa conclusione» ha affermato Cofferati, il quale ha tuttavia preferito non aspettare ulteriormente poiché «il quadro quantitativo è abbastanza chiaro. Mi ero convinto durante la campagna che si preparavano comportamenti difformi da quelli che dovrebbero riguardare le primarie. Ho sempre sostenuto - ha aggiunto l'europarlamentare - l'utilità di questo strumento, che ha larghe pecche e si deve rivedere alla radice, ma continuo a pensare che devono essere mantenute cambiando le modalità con le quali vengono fatte. Quelle di oggi hanno alterato i modi di farle e rappresentare le cose».
Cofferati va avanti durante la sua conferenza con evidente serenità ma l'amarezza è tanta ed altrettanto chiara specie quando ne continua ad indicare i motivi: «Sono 13 i seggi incriminati con due fatti gravi: il modo anomalo con cui hanno partecipato al voto alcuni stranieri e l'inquinamento attraverso il voto sollecitato e ottenuto del centrodestra, che si è mobilitato per votare alle primarie del centrosinistra. Così - ha sottolineato - non ci sono più le primarie, visto che una parte vuole entrare pesantemente in casa altrui. Mi stupisce che solo io ho fatto ricorsi per violazioni delle regole e mi ha colpito tanta approssimazione di un ministro, Pinotti se non si è capito, sulle regole interne del partito a cui appartiene».[MORE]
Infine, rivolgendosi esplicitamente ai vertici di partito ed al segretario Renzi, Cofferati ha sottolineato di aver «trovato inaccettabile il silenzio del mio partito, tranne per il fatto che il ministro Pinotti è venuta qui teorizzando una situazione nella quale si desse vita a un governo con il centrodestra. Ieri Renzi ha proclamato Raffaella Paita candidata senza aspettare i lavori della Commissione».
(Immagine da )
Giovanni Maria Elia