Accusato di stupro solamente perché rumeno: dopo tre anni e mezzo i giudici lo assolvono
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Imperia 6 mag.2011 - “ E' un rumeno cioè sicuramente uno stupratore ed un delinquente, certamente un vigliacco che ha rovinato una ragazzina italiana di soli sedici anni”: in questo modo parlava nel settembre del 2007 la gente di Dolcedo, paese alle porte di Imperia, dopo il supposto stupro avvenuto ai danni di una ragazzina del posto per mano di Ionut Feraru, venticinquenne operaio edile proveniente dal paese neo- comunitario. [MORE]
L'orribile omicidio di Giovanna Reggiani a Roma era ancora al di la dal venire ma, dopo l'uccisione di Vanessa Russo durante un alterco con due ragazze di strada di Bucarest nella metropolitana della capitale italiana, già la “ romenofobia” faceva capolino nelle menti dei nostri connazionali e quindi l'immigrato neo- comunitario venne senza tanti complimenti denunciato a piede libero dai Carabinieri di Imperia per violenza sessuale aggravata dal fatto che la vittima era minorenne.
Contro Ionut c'erano solamente le parole dell'adolescente, nessun altra prova, tanto che pure i sanitari del Pronto Soccorso dell'ospedale del capoluogo dell'estremo Ponente ligure non riscontrarono sul suo corpo alcun segno di violenza. Feraru però apparteneva alla nazionalità sbagliata e, dunque, finì da innocente nei guai. I giornali locali dettero ampio risalto al misfatto compiuto dalle “ solite bestie provenienti dall'Est neo- comunitario”ma l'accusato non si dette per vinto ed iniziò personalmente un'indagine per capire come mai tutti lo volessero incastrare accusandolo di qualcosa che mai aveva compiuto. Alla fine Feraru trovò un' alleata preziosa in una giovane e brillante avvocatessa di Sanremo, Daniela Bruno, che prese a cuore il caso e si dannò l'anima per far risaltare l'innocenza del suo assistito.
Dopo tre anni e mezzo, finalmente, il Tribunale collegiale di Imperia presieduto dal Giudice Marina Aicardi, a latere i magistrati Colamartino e Botti, hanno dato ragione al romeno e lo hanno mandato assolto con formula piena. La sedicenne si era inventata tutto forse per vendicarsi di un innamoramento non corrisposto e pure la Pubblica Accusa, rappresentata in aula dal Procuratore- capo facenti funzioni Alessandro Bogliolo, non ha potuto far altro che chiedere l'assoluzione dell'imputato.
Decisiva in tal senso anche la testimonianza di due compaesani della vittima che poco dopo l'asserito stupro la videro in giro per Dolcedo felice e gioconda. Un atteggiamento non proprio consono a quello di una persona appena violentata. Tutto è bene quello che finisce bene, dunque, anche se, come osserva dopo l'assoluzione Feraru, “ rimane l'amaro in bocca per il fatto di aver avuto la reputazione rovinata per quasi quattro anni solamente perché sono romeno. Certamente tra i miei connazionali esistono i criminali e le bestie ma, nonostante quello che di noi pensano gli italiani ed anche gli altri stranieri, non siamo la feccia dell'umanità”.
Sergio Bagnoli