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Roma, 11 DICEMBRE 2012 – Negli ultimi anni la diffusione delle moderne tecnologie ha portato dei cambiamenti radicali nella società in cui viviamo e sui nostri stili di vita. Lo strumento tecnologico che ha avuto il maggiore impatto sul nostro modo di vivere, pensare e agire è sicuramente il personal computer. Collaborazione, scambio, comunicazione. Questi tre termini sono ormai alla base di qualsiasi processo decisionale, aziendale, sociale, culturale ed educativo. [MORE]
Il pc è un mezzo di comunicazione che ha la capacità di informare, intrattenere e rappresentare culture e concetti in svariate modalità; è quindi, un valido mezzo di disciplina anche a scuola, in quanto il suo utilizzo permette la realizzazione in maniera molto più divertente e interessante di lezioni e attività scolastiche in genere. Diventa così più facile catalizzare maggiormente l’attenzione, la motivazione e il coinvolgimento degli alunni.
Secondo la “Teoria dell’apprendimento sociale” elaborata da Bandura e Walters, l’osservazione del comportamento di una persona, assumibile ad un “modello di comportamento”, ha un’influenza marcata sul comportamento successivo di chi osserva, dando così luogo a una forma di apprendimento e generazione di nuova conoscenza. Nell’intenzione di trasmettere messaggi positivi e “sani”, sono nati parecchi siti, anche ministeriali o corredati a testi scolastici e quindi prodotti da case editrici, che hanno l’obiettivo di insegnare in modo esplicito e mirato ai bambini e ai ragazzi, una varietà di concetti e atteggiamenti “positivi”.
Il pc aiuta i ragazzi ad ampliare la loro immaginazione e le loro curiosità, diventando uno strumento di aiuto per lo studio, con strumenti che permettono la collaborazione in classe per lo svolgimento di esercitazioni o lavori di gruppo (ad esempio i tablet), ma che aiutano anche gli stessi ragazzi a mantenersi in contatto e scambiarsi conoscenze con coetanei, magari provenienti da altre realtà e culture. Ciò implica la condivisione di idee ed esperienze e, di conseguenza, il processo educativo viene di molto potenziato. Con l’avvento dell’informatica nella scuola, l’apprendimento non è più soltanto visivo, come nel caso dello studio classico sui libri, ma si possono creare mappe concettuali di interconnessione tra le varie discipline, capaci di far comprendere in modo più semplice ed intuitivo nuovi percorsi culturali. Le “contaminazioni interculturali” determinano un cambiamento anche della figura dello studente, che da passivo ricettore della conoscenza, diventa creatore della conoscenza stessa.
Il computer non arriverà mai a sostituire del tutto il valore dell’interazione umana, ma bisogna prendere atto che è ormai naturale considerarlo parte integrante della vita delle nuove generazioni, dei cosiddetti “nativi digitali”. Sarà compito dei genitori e degli insegnanti monitorare costantemente l’uso che ne viene fatto, limitando al minimo possibile l’assuefazione da comportamenti negativi e rafforzando l’idea di collaborazione e cooperazione che scaturisce dal suo utilizzo.
(In foto: Sede centrale Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca )
Rosangela Muscetta