4 film di Xavier Dolan da vedere oltre a Mommy: Les Amours Imaginaires
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Continua lo speciale su Xavier Dolan, regista di Mommy. Dopo il focus su J'ai Tué ma Mère , oggi tocca all'opera seconda, scivolosa come tutte le opere seconde: Les Amours Imaginaires, noto anche col titolo inglese Heartbeats, presentato in anteprima alla 63ª edizione del Festival di Cannes, nella sezione Un Certain Regard. [MORE]
2. Les Amours Imaginaires (2010)
Se J'ai Tué ma Mère procedeva per eleganti stilettate, con i feroci e sconcertanti litigi tra figlio e madre, Les Amours Imaginaire si sviluppa per compiaciute evoluzioni stilistiche, con azzardate audacità che rasentano la stucchevolezza: si vedano - volendo, s'ammirino - le scene dalla fotografia completamente virata, al ralenti, scandite dalla canzone Bang bang, nella versione italiana di Dalida. L'obiettivo è proprio quello di sparare, andando a segno con gesto plastico, forse lasciando un'eccessiva scia di fumo. Due amici, un ragazzo (lo stesso Dolan) ed una ragazza (Monia Chokri), s'infatuano in contemporanea d'un affascinante ed ambiguo pigmalione (il boccolato Niels Schneider). L'amicizia si logora, la passione li logora.
Il fim pare segnare una scossa di assestamento nell'opera di Dolan, rendendo più evidente l'affinità visiva con l'opera di Wong Kar-wai, con una ribalderia ambiziosa che squaderna le corrispondenze interne come fossero i cristalli d'una costruzione perfetta: a margine della vicenda principale, in apparenza divisa in capitoli, appaiono delle pseudo-interviste a persone che parlano dei propri amori passati, rivelando ossessioni e scorie dopo la rottura. La pellicola tenderebbe a strafare nel finale, ma fino a tre quarti resta d'una spietatezza chic, in grado di produrre un gusto deformante che inietta un piacevole retrogusto grottesco. Con acidulo umorismo, Dolan riesce a raccontare qualcosa d'umano - l'errore, l'errare - ma rispetto all'esordio preferisce perdere in credibilità ed esagerare in nome d'una immaginosa morbosità: cosa passa nel cuore e nella mente d'uno spasimante? Se l'amore non morde, anche del veleno.
LA SCENA: invitati separatamente allo stesso appuntamento dal loro nuovo "amico", il ragazzo e la ragazza s'agghindano con ritualità privata: la vestizione del guerriero d'amore. Bang bang di Dalida in sottofondo e ralenti ostinato, poi l'arrivo contemporaneo dei due, che sembra una vellutata collisione dopo una sfilata.
GENERE: Drammatico
ANNO: 2010
REGIA: Xavier Dolan
SCENEGGIATURA: Xavier Dolan
ATTORI: Xavier Dolan, Monia Chokri, Niels Schneider
FOTOGRAFIA: Stéphanie Biron Weber
MONTAGGIO: Xavier Dolan
PAESE: Canada
DURATA: 102 Min
Qui la prima parte dello speciale su Dolan: J'ai Tué ma Mère
Antonio Maiorino